Su ordine del Gip del tribunale di Paola Rosa Maria Mesiti, gli agenti della polizia giudiziaria stanno eseguendo a Longobardi, comune del basso Tirreno cosentino, sette misure cautelari, due delle quali di custodia in carcere, a carico di altrettante persone accusate a vario titolo, di corruzione, tentata estorsione, falso, abuso d'ufficio. Sono in corso anche numerose perquisizioni e sequestri.

Solo quindici voti di scarto

I reati, secondo quanto si è appreso, si sarebbero consumati in occasione delle ultime elezioni amministrative, nel 2019, a margine delle quali è stato eletto sindaco Giacinto Mannarino, alla guida della lista Longobardi oltre il 2000, con uno scarto minimo di appena quindici voti, sull'altro candidato Nicola Bruno, dello schieramento Progetto Longobardi.

Veto sulla candidatura

L'inchiesta, coordinata dal procuratore di Paola, Pierpaolo Bruni, al termine di un'articolata e complessa attività di indagine, avrebbe consentito di ricostruire un tentativo di estorsione perpetrato ai danni di una ragazza alla quale sarebbe stata imposta la rinuncia ad avanzare la propria candidatura in una lista concorrente e dunque avversaria rispetto a quella sostenuta dagli indagati.

Voti in cambio di utilità

Durante gli accertamenti effettuati dagli inquirenti, sarebbero poi emerse altre condotte delittuose, in particolare falso, abuso d'ufficio ed anche fatti di corruzione, aventi ad oggetto la promessa di voti in cambio di favori ed intercessioni presso un ufficio comunale. Maggiori dettagli saranno forniti in mattinata nel corso di una conferenza stampa.