Il patrimonio culturale come motore di sviluppo, coesione e innovazione sociale. Con questi presupposti la Locride si candida a diventare capitale della cultura italiana per il 2025. Una sfida ambiziosa ai limiti dell’impossibile nata da un’idea del Gal, nella convinzione della dimensione internazionale del territorio e della presenza di un patrimonio dalle componenti uniche.

 

Il primo incontro di presentazione del progetto si è svolto alla presenza dei sindaci, del mondo delle imprese, delle associazioni, per capire bene i punti su cui lavorare per riuscire a coordinare i territori e valorizzare la partecipazione dal basso e delle comunità locali.

«È ora che questa regione si unisca su tutte le cose importanti che ci sono da fare – ha espresso il presidente del Gal Terre Locridee Francesco Macrì –. Fino ad ora non è stato così e sarebbe un peccato perdere un’occasione del genere. Cinque anni sembrano pochi ma è il tempo sufficiente per dare risposte significative a questo territorio».

 

La Locride dunque si appresta, per i prossimi anni, a diventare un grande laboratorio aperto, per accogliere idee, dare vitalità alle comunità e alle culture locali, ricomporre la mappa del paesaggio storico dell’area. «Finalmente riusciamo a parlare di cose positive – è il pensiero di Giuseppe Campisi, presidente del comitato dei sindaci della Locride –, il nostro augurio è che questo progetto si possa concretizzare, perché darebbe uno slancio significativo a tutto il comprensorio».

Per il sindaco di Locri Giovanni Calabrese «servono investimenti importanti. Bisogna trascinare in questo percorso la Regione Calabria, la Città metropolitana e la Curia, che vanta una patrimonio culturale non indifferente e lavorare tutti insieme per vincere questa sfida».