VIDEO | In occasione dell'inaugurazione del nuovo anno scolastico, nel palazzo della cultura diverse sono state le testimonianze dei familiari di chi ha perso la vita per mano della criminalità. Il prefetto di Reggio Mariani: «La scuola è il mezzo più importante per contrastare il malaffare»
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Un momento per ricordare anni di ingiustizie: questa mattina al palazzo della cultura di Locri si è tenuta la cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico 2022/2023, che ha costituito un’importante occasione per numerosi studenti di confrontarsi con i familiari delle vittime della criminalità organizzata. Una manifestazione inserita nell’anno della memoria “Locri Ricorda” e che ha visto la consegna alla studentessa Naomi Panetta, frequentante la classe 5A del liceo scientifico Zaleuco di Locri, della borsa di studio intitolata al dottor Fortunato La Rosa, ucciso nel settembre del 2005; un riconoscimento frutto del suo elaborato sul tema della legalità, giudicato il più meritevole dalla giuria presieduta dal dirigente scolastico Antonio La Rosa.
Un nuovo anno scolastico che la città di Locri ha voluto dedicare al dottor Fortunato La Rosa, ai giudici Falcone e Borsellino a 30 anni dalla strage di Capaci e via D’Amelio, a Pio La Torre a 40 anni dall’uccisione, al generale Carlo Alberto Dalla Chiesa a 40 anni dal suo assassinio, al professor Francesco Panzera (a dicembre quarant’anni dal barbaro omicidio), e al dottor Gino Marino (il 23 ottobre anniversario della morte).
«La criminalità organizzata è un problema persistente nel nostro territorio - ha commentato Massimo Mariani, prefetto di Reggio Calabria - magari rispetto al passato uccide di meno ma non per questo è meno presente. È importante quindi che i giovani abbiano consapevolezza di questo pericolo ma che soprattutto percepiscano la necessità di crescere culturalmente e civilmente per creare i presupposti affinché questi fenomeni scompaiono. La scuola, la cultura è il mezzo più importante di cui disponiamo per realizzare tutto questo».
Un riconoscimento inoltre è stato conferito dalla città di Locri proprio al prefetto Mariani, in qualità di “difensore appassionato della legalità e dei valori civili”.
Tra le testimonianze dei familiari delle vittime nel corso della cerimonia quella (tramite un contributo video) di Simona Dalla Chiesa, figlia del generale Dalla Chiesa; quella di Vittoria Dama e Stefania Grasso, rispettivamente vedova del brigadiere Nino Marino e figlia dell’imprenditore Vincenzo Grasso; quella di Maria Laura Marino; figlia del dottor Gino Marino e quella di Viviana Balletta vedova del dottor Fortunato La Rosa.
«Il pensiero più ricorrente è la rabbia per non aver avuto giustizia - ha spiegato commossa Viviana Balletta, vedova del dottor La Rosa - avevo dato tutte le informazioni ma i pm erano troppo impegnati in Crimine, Saggezza (con riferimento a operazioni antimafia ndr) insomma, cose più clamorose. Quindi una persona per bene non aveva importanza. Un messaggio per i ragazzi oggi qui presenti? Il messaggio più importante lo ha dato mio marito, che ha dato la vita per la legalità».