Sul decesso del 34enne, spirato una settimana fa dopo essere stato dimesso dal nosocomio cittadino, sta indagando la Procura. L’autopsia è stata eseguita venerdì scorso
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Bagno di folla e tanta commozione oggi a Locri per l’ultimo saluto a Christian Guarneri, il 34enne morto una settimana fa dopo essere stato dimesso dall’ospedale cittadino e su cui sono in corso indagini della Procura. I funerali, officiati da don Fabrizio Cotardo, si sono celebrati in una cattedrale gremita di persone, assiepate anche all’esterno della chiesa.
La vicenda di Christian è ormai cosa nota: secondo quanto ricostruito il giovane si era recato al Pronto Soccorso del nosocomio locrese per un malessere. I medici, dopo diverse ore di attesa, lo avrebbero sottoposto a dei controlli e successivamente dimesso. Ma al rientro continuava ad accusare forti dolori all’interno della sua abitazione dove, purtroppo, è deceduto. La salma viene sequestrata, si apre un’inchiesta; due medici e un infermiere finiscono indagati e intanto si procede all’autopsia, eseguita venerdì scorso, per stabilire la causa della morte e fare luce su questa triste vicenda. Dalle risultanze investigative si capirà meglio se la storia di Christian è l’ennesimo caso di malasanità calabrese.
L’inchiesta | Morto dopo essere stato dimesso dal pronto soccorso di Locri, indagati due medici e un infermiere
«Se Roberto Occhiuto e Lucia Di Furia avessero ascoltato il silenzio surreale e magnetico del dolore di quei genitori, forse avrebbero compreso che dietro il sacrificio di Christian vi è un popolo, quello della Locride, non più disposto ad accettare 10/12 ore di attesa di fronte al pronto soccorso, non vuol più attendere 2 ore per l’ arrivo di una autoambulanza senza medico a bordo, non può sentirsi dire che le sale operatorie non funzionano perché qualcosa è guasto, che bisogna rivolgersi alla farmacia per acquistare i medicinali – è il duro sfogo del presidente del tribunale per i diritti del malato e del cittadino Pino Mammoliti - Se la responsabile ospedaliera e il commissario della sanità avessero compreso il dolore sordo e muto di un padre e di una madre che d’improvviso hanno perso la ragione di vita, soprattutto dei più deboli, forse Christian e tutti gli altri che hanno perso la vita, sarebbero ancora tra noi. È il caso che questo dignitoso e indignato silenzio venga condiviso da tutto il popolo, sindaci compresi».