La fede, sì. Fino a un certo punto, però. «La Fondazione… Lui stesso ha capito che è un valore elettorale enorme». La “Fondazione” è la Fondazione Cuore immacolato di Maria Rifugio delle Anime, ispirata dalla mistica di Paravati Natuzza, deceduta l’1 novembre 2009 e per la quale è in corso il processo di beatificazione.  “Lui stesso”, invece, è – scrivono nella loro informativa il Servizio centrale operativo della Polizia di Stato e le Squadra mobili di Catanzaro e Vibo Valentia – l’allora governatore Mario Oliverio. Le parole sono di Pasquale Anastasi, già dirigente del Dipartimento Turismo della Regione Calabria e al tempo presidente della stessa Fondazione.

L’indagine, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, è “Olimpo”, che ha inferto un nuovo pesante colpo al clan Mancuso di Limbadi e, soprattutto, ai La Rosa di Tropea. Per Anastasi, accusato di traffico di influenze illecite, il quadro cautelare si è sensibilmente sgravato dopo il pronunciamento del Tribunale del Riesame, che ha accolto il ricorso degli avvocati Francesco Gambardella e Vincenzo Trungadi, che hanno eccepito l’insussistenza della gravità indiziaria ed hanno ottenuto l’annullamento dell’ordinanza di custodia ai domiciliari emessa dal gip di Catanzaro. Mario Oliverio, invece, era stato deferito, in relazione alle vicende oggetto di incolpazione per Anastasi, dagli uffici investigativi della Polizia di Stato nella Comunicazione di notizie di reato trasmessa al pool di Nicola Gratteri il 21 novembre 2021. Nei confronti dell’ex governatore – evidentemente non riscontrando idonei indizi di reità a suo carico – la Dda di Catanzaro non ha elevato alcuna contestazione, né spiccato provvedimenti di garanzia.

È il 19 settembre 2019, Anastasi viene intercettato mentre conversa con Rodolfo Bova, ex capostruttura del Dipartimento Turismo della Regione, e Domenico Salvatore Galati, imprenditore di Monterosso. Mario Oliverio auspicava di ricompattare il Partito democratico ed il centrosinistra in vista delle elezioni regionali del 2020 e, così, ricandidarsi alla guida della Regione. Logorato, però, dall’indagine Lande desolate, dalla quale solo successivamente sarebbe stato completamente scagionato, e dai dissidi politici interni alla sua area, per il governatore la strada era in tutta in salita. «Il potenziale elettorale prefigurato - si legge nell’informativa della Polizia - assumeva quindi maggior valore in prospettiva delle criticità già all’epoca subodorate in funzione della complessa scena politica». Metaforico, per gli inquirenti, uno scambio di battute tra lo stesso Anastasi ed un pezzo da novanta del centrosinistra calabrese, Nicola Adamo (non indagato): «Le cose sono molto complicate, difficili, ma noi dobbiamo andare avanti fino alla morte…». E l’ex dirigente della Regione replicava: «Mario per mettersi a posto deve avere un consenso enorme… Cioè come fa? Dentro il Pd è spaccato, hai capito che è spaccato… Spaccatissimo…».

Era complicato assai il momento ma per i sostenitori di Oliverio non intendevano perdere la… fede. «Me li sto tenendo tutti i gruppi dei cenacoli dove in qualsiasi provincia, dove mettiamo mano, mettiamo mano con millecinque, duemila voti…». L’allusione di Anastasi, evidentemente, era al contributo elettorale che i cenacoli di preghiera, sorti sotto l’egida della Fondazione Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime e della quale era il presidente del Cda, potevano apportare alla causa di Oliverio, la cui azione politica doveva però mostrarsi attenta alle istanze del turismo religioso in Mileto e Paravati: sarebbero arrivati corposi investimenti di risorse pubbliche per rafforzare i collegamenti viari da e per i luoghi che testimoniano la vita e la fede di Natuzza Evolo.

Ciò provò, Oliverio, ma il 24 dicembre 2019 dovette accogliere l’appello dell’allora segretario dem Nicola Zingaretti e ritirare la sua candidatura a beneficio dell’indipendente Pippo Callipo. Nel frattempo, il vescovo pro tempore della Diocesi di Mileto Nicotera Tropea, Luigi Renzo, aveva soppresso la Fondazione e respinto la supplicatio del Cda presieduto da Anastasi. Per il centrosinistra, le elezioni regionali 2020 furono comunque una disfatta, registrando la larga vittoria di Jole Santelli alla testa del centrodestra. Nell’estate dello stesso anno il vescovo Renzo revocò il decreto di soppressione.

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