Con Campania e Sicilia è tra le tre regioni che non comunicano a Roma i dati su contagi e ricoveri attraverso il sistema InfluNet. L’ondata preoccupa i medici. Bassetti: «L’epidemia è partita a razzo, contro il Covid siamo più preparati»
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L’ondata d’influenza in Calabria c’è ma nei report del ministero non si vede. La Calabria, infatti, insieme alla Campania e alla Sicilia, è tra le poche regioni che non hanno ancora attivato InfluNet, la rete di sorveglianza epidemiologica dell'Istituto Superiore di Sanità. Eppure, adesso servirebbe, eccome. Visto che i casi di influenza stanno crescendo in maniera esponenziale, con i bambini al di sotto dei 5 anni che risultano tra i più colpiti. Era da 12 anni, e precisamente dalla stagione 2009-2010 durante la quale dilagò la “suina”, che non si assisteva a una recrudescenza così massiccia dell’influenza stagionale.
Dall’ultimo bollettino Influnet emerge che nella scorsa settimana sono stati 762mila gli italiani messi a letto da sindromi simil-influenzali (ILI), pari a 12,9 casi per mille assistiti (9,5 nella settimana precedente). Inoltre, sono oltre 2,5 milioni le persone che hanno contratto l'infezione dall'inizio della stagione, cifra che lo scorso anno si raggiunse solo a gennaio.
Come detto, particolarmente colpiti sono i bambini al di sotto dei 5 anni, con 40,8 casi ogni mille registrati la scorsa settimana; nella fascia 5-14 anni il tasso è stato di 25,02 ogni mille; 10,10 tra i 15 e i 64 anni e 5,04 sopra i 65 anni.
Dai dati di InfluNet sono tre le regioni nelle quali la situazione è più critica: Emilia-Romagna, 20,24 casi per mille; Lombardia, 17,80; e Umbria, 19,61. Non pervenuta la Calabria, che non ha attivato il monitoraggio.
Il dilagare dell’influenza in Italia preoccupa i medici, anche per la possibilità tutt’altro che remota che il virus influenzale possa colpire contemporaneamente al Covid, contro il quale, però, ha ancora effetto la copertura vaccinale.
«L'influenza è partita a razzo e fa paura», ha commentato Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive ospedale Policlinico San Martino di Genova. «L'influenza – ha aggiunto - è tornata peggio di come ci aveva lasciato nel 2019, siamo tornati alla forza propulsiva dell'influenza del 2009 con numeri alti anticipati rispetto alla stagione. Abbiamo numeri importanti già a fine novembre. Sicuramente oggi fa paura anche per tutto quello che si porta dietro con una quantità di virus paninfluenzali, patologie da pneumococco e anche polmoniti. Qualcuno dice rimettiamo le mascherine, io dico assolutamente no. Questi microorganismi devono circolare e hanno sempre circolato, ci dobbiamo proteggere ma come? Ad esempio, abbiamo perso molto la copertura per lo pneumococco, la vaccinazione da polmonite, ma anche quelle per l'influenza».