C’è un prima e un dopo nella vita di Giovanni, 48enne di Isca Sullo Ionio, nel Catanzarese. Una vita divisa in due parti da un incidente stradale. Quella sera era in macchina con i suoi amici, aveva appena 18 anni e aveva trascorso un pomeriggio spensierato che in pochi istanti si è trasformata in un incubo. «Erano circa le 19.00 quando stava rientrando a casa da Soverato con i suoi amici. Erano in cinque – racconta la madre Cosimina Zaccaria –. Lui era seduto dietro e a Davoli marina sono andati fuori strada. Verso le 21 mi hanno chiamato dicendomi che aveva avuto un piccolo incidente. Invece quando siamo arrivati sul posto non c’era più. Lo avevano già portato in ospedale a Catanzaro ed era già in coma di quarto grado, era tra la vita e la morte».

Nove mesi di coma

Nove mesi di coma, tanti anni di cure tra Catanzaro e Milano  e una disabilità grave che ha stravolto la vita di Giovanni, che all’epoca frequentava l’ultimo anno dell’Istituto per Geometri di Soverato, e quella della sua famiglia. «La vita della nostra famiglia è cambiata totalmente. Non possiamo fare niente, siamo sempre legati a lui. Ho altre due figlie che ora sono sposate e anche loro hanno sofferto tanto. All’epoca dell’incidente una frequentava la terza elementare e l’altra la quinta. Le ho dovute lasciare con il papà e io sono stata a Milano con Giovanni. E poi un giro continuo da un ospedale all’altro che continua tutt’ora». Gli amici di Giovanni, quelli che erano in macchina con lui, che fine hanno fatto? «Stanno tutti bene però purtroppo si sono persi tutti. Si sono allontanati perché ognuno ha la sua vita, la sua famiglia, l’unico da avere avuto problemi è stato mio figlio». 

I ricordi

Andando avanti nel suo racconto mamma Cosimina parla di questo periodo dell'anno come uno dei più difficili da gestire. «Quando arriva la primavera in Giovanni riaffioranto tanti ricordi. Gli viene in mente tutto quello che poteva fare prima del'incidente. Gli viene in mente la sua libertà, la possibilità di uscire con gli amici, di conoscere le ragazze, di fare tutto quello che un ragazzo normalmante fa. Cose che adesso lui non può fare più. Gli dico che sono disposta ad accompagnarlo io ma giustamente non vuole avere sempre la mamma dietro. Ci vuole tanta forza».

«La Regione aiuti questi centri»

Una vita dedicata all’assistenza del figlio e tante difficoltà quotidiane che Cosimina affronta con coraggio grazie anche al sostegno del centro per diversabili Prisma di San Sostene, unico centro diurno accreditato nell'ambito di Soverato che abbraccia 27 comuni, guidato dalla presidente Giuseppina Ranieri, un luogo molto caro a Giovanni. «Quando si arriva ad un certo punto si avverte la stanchezza. Per fortuna ci sono questi centri. A Giovanni piace molto venire qui. Ogni mattina alle 6.30 è già pronto per uscire di casa. Verrebbe anche di domenica. Se non ci fosse stato questo centro non so come avrei fatto. Per noi è un grande aiuto. La Regione deve fare qualcosa di più per queste strutture, soprattutto economicamente. Bisogna farle funzionare ancora meglio di come stanno funzionando. Per noi sono fondamentali».