Ci sono storie straordinarie, come quella di Gianluca Rubino, giornalista per scelta, padre per amore e poeta per passione. Gianluca era un ragazzo come tanti. Frequentava l’ultimo anno all’istituto per geometri, sognava di diventare un architetto. Lo sport era la sua più grande passione. Era portiere della Astor Vibo, squadra di terza categoria.

L’incidente

La sua vita è radicalmente cambiata il pomeriggio del 6 marzo 1990. Aveva 19 anni, dopo la scuola e una partita a calcetto con i suoi amici, aveva deciso di raggiungere Vibo Marina, quando all’altezza di Triparni, abbagliato dai fari di una macchina che procedeva nel senso opposto, perse il controllo dell’auto che andò a finire in una scarpata. Dalle lamiere della fiat Regata di color verde scuro, è stato estratto in fin di vita. 15 giorni di coma e poi il risveglio all’ospedale di Catanzaro. «Non riuscivo a credere al dottore quando mi disse che avevo avuto un incidente ed ero stato in coma». Di quel giorno Gianluca conserva gelosamente l’articolo di giornale e le foto dell’auto distrutta. A distanza di anni è riaffiorato qualche ricordo: «Ho implorato il nome di Dio. Gli ho chiesto di aiutarmi prima di perdere i sensi» La sua completa guarigione anche per i medici è stata un miracolo.

La seconda vita di Gianluca

Quell’evento ha cambiato per sempre il corso della sua esistenza. Oggi Gianluca ha 47 anni. E’ un giornalista, scrive poesie ed è un nobile esempio d’amore. Lui e la sua Samanta hanno due splendidi bambini: Gabriele e Giulia, la più piccola. Una bambina con la sindrome di Down. «Una risorsa per la nostra famiglia che ci arricchisce ogni giorno di più». Gli chiedo se si sente un uomo fortunato: «Lo sono – ammette - la mia seconda vita mi ha regalato tutto l’amore e l’orgoglio che ogni uomo dovrebbe provare».