In viaggio verso l'Italia una cinquantina di persone, portate via dal centro profughi al confine con la Polonia. In Calabria in arrivo una ventina di donne e bambini
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«Non c'è una motivazione, l'ho fatto perché sentivo di farlo». Così Domenico Vitale, catanzarese di nascita ma da anni residente all'estero, spiega la ragione che lo ha indotto domenica 6 marzo a partire da Milano con un autobus in direzione Polonia. Questa mattina il mezzo con a bordo profughi in fuga dall'Ucraina è ripartito alla volta dell'Italia. Sono complessivamente una cinquantina le persone in arrivo con diverse tappe lungo il percorso: l'autobus si fermerà a Bologna, Roma, Napoli e giungerà a Catanzaro nel tardo pomeriggio di domani per poi proseguire verso la Sicilia.
In Calabria
In Calabria arriveranno cinque, sei nuclei familiari; prevalentemente si tratta di donne e bambini, ma non vi sono minori non accompagnati. In tutto una ventina le persone in arrivo nella nostra regione che troveranno temporaneamente sistemazione a Soverato: «La cosa più importante in questo momento è riuscire a portare via quante più persone possibili da questi centri profughi». Domenico che è partito una decina di giorni fa con alcuni compagni di viaggio è riuscito infatti ad intercettare i profughi al confine con l'Ucraina.
Nei centri profughi
«La situazione che abbiamo visto lì è tristissima. Si tratta di gente sradicata dalla loro vita, che ha messo tutto in uno zaino e che fugge» racconta ancora Domenico. L'operazione è stata possibile anche grazie al supporto della Protezione Civile. Il mezzo è ripartito questa mattina alle 10.30: «Io li seguo in auto. Faremo più tappe lungo il viaggio e ci fermeremo anche per consentire ai profughi di rinfrescarsi e di rianimarsi» spiega Domenico, titolare di una agenzia pubblicitaria e di produzione. «A questa impresa hanno contribuito tanti amici» specifica ancora. In tutto a bordo 54 persone, 52 tra donne e bambini oltre a 2 uomini: un anziano e un disabile. «Dopo la tappa di Catanzaro, altri proseguiranno verso Gioiosa Ionica e poi verso la Sicilia».