Una storia nata sui social. I due si conoscono su Facebook nel 2015. Ma nel giro di poco tempo quelle conversazioni amichevoli acquistano un senso più profondo. Laura e Matteo si innamorano. Lei, di origini calabresi, figlia di immigrati, laureata in psicologia, vive in Argentina e ha un buon lavoro in un consultorio.

 

Ma presto quei chilometri che la separano da Matteo diventano un ostacolo troppo grande da sopportare. A dicembre scorso, Laura compra un biglietto aereo di sola andata. Direzione Calabria, Limbadi. La città dove adesso era arrivata per rimanere. A Limbadi trova Matteo. Un uomo buono e generoso, che amava i suoi animali e sognava di lavorare come biologo. In attesa dell’agognato posto, si accontentava di lavoretti saltuari. Da qualche tempo era stato assunto come cameriere in una nota gelateria di Pizzo. Con quei soldi lui e la sua Laura vivevano felici. Presto si sarebbero sposati e avrebbero messo su famiglia. Convivevano nella casa al piano di sopra dei suoi genitori. Laura spesso lo accompagnava in campagna. Il pomeriggio del 9 aprile, invece, aveva deciso di aspettare Matteo a casa. E invece a bussare alla porta dell’appartamento, è stata una zia del giovane. Solo tre parole per distruggere un sogno. "Matteo è morto".

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Da quel giorno vive sospesa, in una sorta di limbo, accanto a Rosa Scarpulla, quella donna minuta ma forte, che sarebbe dovuta diventare la sua futura suocera e la nonna dei suoi figli. Con lei deve condividere un dolore troppo grande. Dopo i funerali di Matteo, Laura raccoglierà i cocci della sua esistenza e tornerà in Argentina con l’anima dilaniata, per tentare di ricominciare lontano da dove tutto è finito.