Fumata grigia. Ancora una volta. Ma col rischio che resta sempre dietro l’angolo. Non c’è pace per il liceo Scientifico “Berto” di Vibo Valentia. Anche quest’anno si ripropone il copione delle ultime estati: l’ombra dello sfratto. La vertenza è sempre quella: l’Immobiliare Europa Sas, proprietaria dello stabile che ospita parte della scuola (circa 700 studenti), chiede un rinnovo contrattuale della locazione di 6 anni o la vendita; la Provincia, che non è ancora nelle condizioni di acquistare, chiede il rinnovo di un solo anno, con l’auspicio di procedere all’acquisto l’anno prossimo se le condizioni finanziarie lo permetteranno.

Il copione si ripete

Già l’anno scorso si era proposto il problema: una manifestazione dei ragazzi, gli incontri tra le parti, l’intervento (decisivo) del prefetto, riuscirono a scongiurare lo sgombero. Si arrivò alla stipula di una convenzione che sanciva il rinnovo contrattuale di un anno e l’impegno da parte della Provincia, qualora ve ne fossero le condizioni, a valutare l’acquisto dell’immobile.

Il copione, dunque, si ripete anche quest’anno, ma con alcune differenze. Una in positivo, nel senso che l’ipotesi di bilancio pluriennale dell’ente è già sui tavoli ministeriali, che dovranno valutarne la bontà. In caso di approvazione, per Palazzo Ex Enel si aprirebbe una nuova stagione: per la prima volta da anni avrebbe i conti in ordine. L’altra novità però è in negativo.

Zero alternative

La spiega la stessa dirigente dell’istituto, Caterina Calabrese: «L’anno scorso avevamo quantomeno, da parte della Provincia, un’ipotesi alternativa: in caso di sgombero i nostri ragazzi sarebbero stati sistemati nei locali dell’Istituto per Geometri. Quest’anno quell’ipotesi è impraticabile, sia perché le classi sono state già occupate dagli studenti di un’altra scuola, sia perché - in mezzo a tutto questo - dobbiamo anche fare i conti con un problema già gravoso di suo: le esigenze di sicurezza post-Covid. In queste condizioni Vibo rischia di non avere un liceo Scientifico».

«Le chiavi non le consegno»

Intanto proprio ieri si è tenuta una riunione tra le parti: la dirigente in rappresentanza della scuola, il proprietario dell’immobile e i suoi avvocati, la responsabile dell’edilizia scolastica della Provincia Carolina Bellantoni insieme ad altri due tecnici. Alla Calabrese è stato chiesto di consegnare le chiavi, perché l’intenzione del proprietario era di tornare nel possesso dell’immobile: «Ma io le chiavi non le consegno - rimarca - perché non saprei dove andare. Dove li porto i miei ragazzi? Le chiavi le tengo, e spero che presto si possa trovare una soluzione. Ho interpellato anche il prefetto, che l’anno scorso è stato determinante, ma dovrò condurre io la mediazione. Ogni parte in causa ha le sue legittime ragioni: la Provincia, che purtroppo non può permettersi l’acquisto; il proprietario, che vuole certezze. Ma anche noi come scuola, che abbiamo il diritto di restare uniti e di offrire lo stesso livello di offerta formativa finora mantenuto».

La politica cosa fa?

La dirigente le vuole tentare tutte: «Ho in mente di porre un quesito anche al ministero dell’Istruzione: è inutile che ci parlano di banchi, distanziamento e sicurezza se poi non abbiamo neanche l’edificio! Ed intendo coinvolgere pure la Regione e la politica locale: capisco che non hanno competenza sulla materia, ma questo è un problema dei cittadini, dei ragazzi, e qualcuno deve pur farsene carico». Appuntamento al 15 luglio alle ore 11: «Il proprietario ha chiesto del tempo per riflettere e valutare il rinnovo».

La proposta della Provincia

Un appuntamento a cui la Provincia si presenterà con la sua proposta, come spiega il presidente Salvatore Solano: «Noi ad oggi chiediamo soltanto una cosa: il rinnovo contrattuale di un anno alle stesse condizioni, circa 260mila euro di canone. Abbiamo già fatto tutto il possibile, ma nell’ipotesi di bilancio pluriennale non possiamo inserire altre cifre, altrimenti compromettiamo gli equilibri e non ce lo approveranno mai. Se il ministero ci darà il via libera, allora già dall’anno prossimo possiamo valutare l’acquisto». Alternative in caso di sgombero? «Per ora non ne abbiamo, auspichiamo che il proprietario venga incontro ad una situazione oggettiva. Più di così non si può fare».