Mobilitazione questa mattina indetta dai sindacati Cgil e dalla Uil che sono scesi in piazza per contestare la legge di bilancio approvata dal Governo Meloni. Alla mobilitazione di piazza fa seguito uno sciopero di quattro ore per dire no ad una manovra bollata come antimeridionalista. Per i segretari regionali Santo Biondo e Angelo Sposato infatti la legge non riserva la giusta attenzione al sud e alle sue tante emergenze e, in particolare, non fornisce adeguate garanzie alla realizzazione delle attese infrastrutture calabresi. Alta velocità, statale 106 e reddito di cittadinanza sono stati tra i temi oggetti degli affondi dei due sindacalisti.

Grande assente la Cisl che, con la scelta di non aderire alla mobilitazione, ha di fatto spaccato il fronte sindacale. «La Calabria e il sud hanno maggiori ragioni per protestare». Lo ha detto il segretario regionale della Cgil Angelo Sposato nel corso della manifestazione in piazza a Catanzaro. «Questa – ha dichiarato il sindacalista - è una manovra di bilancio che nei fatti cancella il sud e alcuni temi che per noi erano importantissimi rispetto alla precarietà del lavoro. Non si fa una lotta all'evasione, non c'è nulla sull'alta velocità e interventi timidi sulla 106. C'è nulla per quanto riguarda la salute e l'istruzione».

Sulla mancata adesione della Cisl alla manifestazione, il segretario della Cgil così commenta: «La Cisl ha ormai da tempo deciso di derubricare la parola sciopero dalla sua agenda. Noi invece continuiamo a fare confronto per quanto riguarda l'agenda Calabria con una Giunta di centrodestra ma nello stesso tempo diciamo no chiamando alla mobilitazione i lavoratori quando ci sono scelte che penalizzano il Sud».

«La Calabria dà il via alla settimana di mobilitazione regionale di Cgil e Uil su una legge di bilancio che attacca pesantemente il mezzogiorno». Lo ha dichiarato il segretario della Uil Santo Biondo. «La 143 che non c'entra nulla con il regionalismo differenziato, una norma che stabilisce che i livelli essenziali delle prestazioni saranno definiti non sulla base dei fabbisogni Reali dei calabresi ma sulla base della disponibilità economica del governo. Un governo che non ha soldi per una legge di bilancio».