VIDEO | Simboli forti che sradicano la paura e fanno da argine alle mafie nella ricerca di consenso dentro la società e tra le nuove generazioni. Il tutto attraverso gli occhi e le memorie dei familiari
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Quelle che molti considerano vittime delle mafie, la nuova narrativa le racconta come eroi. Simboli civili che assurgono a paladini dell’antimafia e che rappresentano un nuovo impegno nella lotta contro la criminalità.
La Tv e il cinema da anni raccontano le storie di questi uomini e donne che non si sono girati dall’altra parte, ma che hanno deciso, a discapito della propria vita e consci dei pericoli a cui andavano incontro, di perseguire il bene massimo: la giustizia e la legalità. Storie narrate con la massima dovizia e che puntano sulla forza di chi, in questa lotta, ha scelto di stare dalla parte dello Stato e delle persone oneste.
Link lo ha fatto nell'ultima puntata intervistando un attore calabrese, Alessio Praticò, che nella recente fiction della Rai “Il nostro Generale” ha interpretato il ruolo del capitano Umberto Bonaventura massimo esperto di eversione. Una serie sul generale Dalla Chiesa che racconta i famosi “anni di Piombo” che hanno atterrito e smarrito la società di allora. Il messaggio lanciato è quello che attraverso il sacrificio di coloro che rischiano vita e affetti c’è qualcosa che va ben oltre e che va riscoperto. Si parla di un bene superiore, quello della collettività e della giustizia. Senza tralasciare i numerosi film di grande impegno civile, come quello su Lea Garofalo che seppe opporsi all’oscurantismo della mafia fino a raggiungere l’estremo sacrificio, quello della morte. Uccisa per mano, non diretta, del marito e contro cui testimoniò la figlia dopo l’uccisione. Link ha voluto anche dare voce a due familiari di vittime di Mafia, che hanno reso testimonianza attraverso il ricordo, di chi ha subito e si è consapevolmente speso per il bene comune.
Debora Cartisano, figlia di Adolfo Cartisano detto Lollò, il fotografo rapito e ucciso dall’anonima sequestri in Aspromonte ha detto: «La memoria deve essere preservata, perché noi non ci saremo più ma loro dovranno essere ricordati per il messaggio che hanno lasciato. Ciò che è successo alla mia famiglia è come se fosse successo a tutti, calabresi, siciliani… Il cambiamento si può fare solo insieme. Non possiamo chiedere ai giovani di cambiare il mondo se noi glielo consegniamo così».
Come altrettanto importante la testimonianza di Rosalba Cassarà, sorella del commissario Antonio Cassarà, detto Ninni, ucciso da un commando a colpi di Kalashnikov e a cui si deve il “Rapporto dei 162” che svelò, per la prima volta, l’organigramma di tutta “Cosa nostra”.
«Questo arresto tanto atteso da ben 30 anni è una vittoria del bene sul male. Ci sono tanti modi di rivedere questo problema, ma è necessario sottolineare che è positivo che una mente criminale così sopraffina come quella di Messina Denaro sia stata finalmente presa dallo Stato…» ma ancora più interessante il fatto che la Cassarà abbia sottolineato come «Al di là di quella zona grigia, come ha sottolineato il procuratore de Lucia, che tuttavia persiste, forse nella realtà della provincia di Trapani più fortemente che altrove – sottolinea la sorella del Commissario Cassarà – ci sono i siciliani onesti, i palermitano onesti che amano la verità, la giustizia e che lottano per essa».
Link è in onda ogni giovedì alle 21 su LaC Tv, canale 11 del DTT, 411 TivùSat e 820 di Sky.
La puntata è già disponibile su LaC Play.