Dopo le denunce di agricoltori e cittadini, il sindaco Francesco Silvestri è tornato a chiedere aiuto alle autorità. Questura e Prefettura di Cosenza hanno convocato un incontro per proporre una soluzione definitiva alla vicenda
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Un recinto in cui rinchiudere i bovini per novanta giorni, così da scongiurare il pericolo all'incolumità pubblica e sottoporre gli animali ai controlli veterinari e sanitari del caso. È quanto stabilito nel corso di una riunione convocata dal questore di Cosenza, Giuseppe Cannizzaro, su impulso dell'ente guidato dal prefetto Vittoria Ciaramella, in merito alla vicenda delle "vacche sacre" di Verbicaro. Il caso è stato denunciato di recente del nostro network.
Il caso
Circa un mese fa, decine di coltivatori, agricoltori e comuni cittadini verbicaresi si erano rivolti a LaC News24 per denunciare la presenza di alcune vacche incontrollate nelle zone di campagna. I bovini avrebbero distrutto campi e coltivazioni per anni e messo a repentaglio l'incolumità degli abitanti, con episodi di aggressione alle auto in transito. Oltretutto, spesso sono state rinvenute le carcasse degli animali morti nei terreni, nelle zone abitate, con grave rischio per la salute pubblica. I cittadini, stremati dalla situazione, avrebbero chiesto aiuto alle istituzioni più volte, informando prima di tutto il sindaco Francesco Silvestri. Ma gli appelli di quest'ultimo, fino al nostro intervento, erano caduti nel vuoto.
Cosa succederà adesso
Dopo la messa in onda del servizio e una nuova lettera del sindaco Silvestri, la Prefettura e la questura di Cosenza si sono immediatamente attivate. L'incontro, alla presenza di numerosi rappresentanti dello Stato, è stato fissato per il 14 marzo. Per come stabilito, il Comune di Verbicaro e le autorità forestali dovranno creare un recinto nel quale far confluire i bovini. Lì, gli animali dovranno rimanere per novanta giorni sotto osservazione. Scaduti i termini, gli animali infetti dovranno essere abbattuti, mentre gli altri potranno essere accuditi da un nuovo proprietario.
Il pastore mai in regola
Per anni un pastore del posto ha rivendicato la proprietà del bestiame, ma nonostante le numerose denunce, i solleciti e le sanzioni amministrative, non si sarebbe mai messo in regola e non avrebbe mai sottoposto gli animali ai dovuti controlli. Questa situazione sarebbe stata più volte la causa di litigi e scontri con gli agricoltori del posto, che invece investono tempo e denaro nelle coltivazioni dei campi e nella cura degli animali da allevamento. Oggi, però, le autorità hanno accertato che il pastore non è più titolare di alcuna attività agricola e, in assenza di un documento che attesti la proprietà del bestiame, gli animali posso essere gestiti dalle autorità pubbliche.