L'ultimo episodio della vergognosa saga del Corap Calabria (Consorzio regionale per le attività produttive), vedeva a fine luglio una cinquantina di operai salire sul tetto della sede di Lamezia Terme per protestare duramente contro il governatore Mario Oliverio e rivendicare le mensilità arretrate. L'ente è ormai al collasso e le devastanti conseguenze, di cui il nostro network si è occupato in lungo e in largo raccogliendo diverse testimonianze, sono il simbolo di una regione governata da una politica inetta e incapace, benché il Corap sia nato con il più nobile degli intenti, ossia razionalizzare la spesa pubblica, aumentare l'efficienza dei servizi e ridurre gli sprechi, soprattutto dopo gli scandali che in precedenza avevano coinvolto i consorzi Asi, gli enti che, almeno nella teoria, si occupavano fino a quel momento delle Aree di Sviluppo Industriale.

 

In uno degli ultimi incontri con i dipendenti, il presidente della giunta regionale aveva comunque rifiutato l'idea del fallimento dell'ente, nonostante la montagna di debiti da circa 50 milioni di euro e l'assenza di una guida, e aveva promesso il rilancio con cui si sarebbe tentato di salvare capre e cavoli. Quattro giorni fa la notizia della nomina del commissario straordinario a cui è affidato l'arduo compito di traghettare l'ente fuori dal baratro: il commercialista e revisore legale Fernando Caldiero.

L'entusiasmo attorno alla nomina

La nomina è seguita dalla diffusione di un comunicato stampa che esalta le qualità del professionista di Cetraro. Tra le altre cose, si legge: «Specializzato in procedure concorsuali e turnaround, si occupa da diversi anni di piani di risanamento e di ristrutturazioni di profonde crisi aziendali. Amministratore giudiziario inserito nella Sezione esperti aziendali del Ministero della Giustizia», ed ancora «nominato da decine di autorità giudiziarie italiane, si è anche occupato delle più scottanti crisi che negli ultimi anni hanno investito alcune aziende calabresi e di carattere nazionale» e «dello stato d’insolvenza di aziende complesse, tra cui banche e una compagnia aerea con migliaia di dipendenti e centinaia di milioni di debiti». Ma è stato anche nominato «in più occasioni dal Ministero dello Sviluppo Economico, dal Ministero dei Trasporti e da diversi tribunali italiani quale commissario giudiziale, liquidatore giudiziale di realtà economiche in crisi, si è occupato della valutazione di diversi piani industriali e oggi amministra diverse aziende italiane». In poche parole, verrebbe da dire, l'uomo giusto al posto giusto. Peccato solo che nella nota non viene menzionata la clinica Tricarico di Belvedere Maittimo e nemmeno le polemiche che ormai lo investono da tempo.

Chi è Fernando Caldiero

Il suo nome è diventato noto alle cronache locali tra l'inverno e la primavera del 2018, quando la società titolare della clinica Tricarico di Belvedere (di cui cura prima la fase pre-concordato e poi del concordato), si avvia verso il fallimento, suggellato da una sentenza del tribunale di Paola il 17 luglio 2018.

Il suo ruolo era stato messo in discussione da alcune inchieste giornalistiche che all'epoca mettevano in luce una serie di presunti conflitti di interesse per via della natura dell'incarico espletato e i rapporti mantenuti da tempo sia con i vertici della casa di cura, risalenti addirittura al 1993, sia con lo stesso tribunale.

 

Nel 1993 Caldiero è componente effettivo del collegio sindacale della società Istituto Ninetta Rosano srl, società titolare della clinica, e manterrà il ruolo fino all'agosto 2001, per curare per la stessa rapporti con le banche e i vari istituti finanziatori.

 

Nel 2009, l'iter della costituzione della nuova società che gestirà la clinica, la "Casa di Cura Tricarico Rosano Srl", viene seguito interamente da Caldiero, che nello stesso periodo risulta essere sindaco dell’Asp di Cosenza, l’ente che a sua volta, nello stesso periodo, diffida la società "Istituto Ninetta Rosano Srl" a restituire una somma di € 4.257.138,84.

 

È sempre Caldiero che richiede alla Regione Calabria l'autorizzazione per l'accreditamento della nuova società, mentre l’avvocato Vincenzo Caridi, che presenta la richiesta di ristrutturazione dei debiti della struttura al tribunale di Paola, è il cognato del commercialista. Successivamente, per la clinica Caldiero continua a vestire i panni del mediatore finanziario.

 

Al fine di chiarire la vicenda e smettere di alimentare le infuocate polemiche, il 16 marzo del 2018 il commercialista rassegna le dimissioni dal suo ruolo di commissario giudiziale per la pratica di fallimento della clinica Tricarico. Quattro mesi più tardi, la procura di Paola aprirà una indagine per bancarotta fraudolenta, ipotizzando che il fallimento della società titolare sia frutto di un artefizio studiato a tavolino. Eventuali responsabilità sono tuttora in corso di identificazione da parte degli inquirenti.

I rapporti stretti con il tribunale di Paola

Il capitolo clinica Tricarico non è, per Fernando Caldiero, l'unica nota stonata di una carriera oggettivamente brillante, che gli ha fatto fare incetta, tra le altre cose, di incarichi anche nei tribunali di Cosenza, Crotone, Catanzaro e Castrovillari. Già nell'occho del ciclone per una vicenda sulla quale ancora non è calato il sipario, a marzo scorso Caldiero finisce nel mirino di molti suoi colleghi, più di 250 quelli iscritti all'Ordine di Paola. Il motivo è un nuova, ennesima nomina, considerata decisamente fuori luogo. Dopo le polemiche e la "svista" del tribunale di Paola sui rapporti stretti con tra commissario e i suoi stessi clienti, lo stesso ufficio gli affida un'altra pratica milionaria in barba all'obbligo della turnazione della nomina dei ctu. In sostanza, i giudici sarebbero tenuti ad attingere di volta in volta a una lista di consulenti regolarmente iscritti tenendo conto dei requisiti. A parlare di obbligo di turnazione è anche una sentenza della Cassazione, la n° 10157 del 18 maggio 2016, con cui gli ermellini stabiliscono l'attribuzione delle responsabilità al giudice che non rispetta la equa turnazione dei ctu e nomina sempre gli stessi, «anche dalla comprovata bravura».

I rapporti con la politica

Anche in questo caso i rapporti risultano stretti, anche perché lo stesso Caldiero risulta essere un esponente locale del Partito democratico, lo stesso che ha garantito un posto in consiglio regionale al concittadino Giuseppe Aieta. Ma secondo i beninformati, il commercialista manterrebbe ottimi rapporti soprattutto con i coniugi Nicola Adamo ed Enza Bruno Bossio, nomi di spicco della politica cosentina e fedelissimi di Oliverio. Di sicuro c'è un elemento che accomuna la parlamentare e il dirigente locale del Pd e si chiama, ancora una volta, clinica Tricarico. Alle elezioni politiche del 2013, dei 20.500,00 euro di contributi privati ricevuti dalla futura deputata, un quarto li hanno finanziati i proprietari della casa di cura: 5.000,00 euro (la cifra più alta tra quelle elargite da tutti gli altri finanziatori) direttamente sborsati dalla società "Casa di cura Tricarico Rosano Srl", mentre altri 2.500,00 euro sono stati versati mediante un'altra società sempre riconducile alla famiglia di imprenditori della sanità privata di Belvedere Marittimo.