VIDEO- NOMI | 39 gli indagati. Sequestrate 26mila piante di canapa che avrebbero fruttato 20 milioni di euro. A capo dell'organizzazione ci sarebbe stato Emanuele Mancuso, diventato recentemente collaboratore di giustizia. L'operazione condotta dalla Squadra Mobile di Vibo Valentia e coordinata dalla Dda di Catanzaro
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La Polizia di Stato di Vibo Valentia, sta eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 18 persone (otto sono andati in carcere, nove ai domiciliari e per uno è scattato l'obbligo di dimora), ritenute responsabili di appartenere ad un’associazione a delinquere dedita al narcotraffico. A capo dell'organizzazione, per l'accusa, c'era Emanuele Mancuso, figlio di Pantaleone, alias "l'ingegnere", esponente di spicco dell'omonima cosca e recentemente diventato collabpratore di giustizia.
Nel corso dell'operazione, denominata "Giardini segreti", coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Catanzaro ed eseguita dalla Polizia di Stato, con il supporto del Servizio Centrale Operativo, insieme alle Squadre Mobili di Catania, Catanzaro, Cosenza, Messina e Reggio Calabria, i Reparti Prevenzione Crimine di Vibo Valentia, Cosenza e Siderno, l´Unità Cinofila di Vibo Valentia e il Reparto Volo di Reggio Calabria, altri 21 soggetti sono stati indagati a vario titolo per il reato di associazione a delinquere dedita al narcotraffico e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
Inoltre, con la collaborazione delle Squadre Mobili di Alessandria, Brescia, Caltanissetta, Catanzaro, Chieti Genova, Imperia, Lecce, Milano, Napoli, Salerno e Savona si stanno anche effettuando 18 perquisizioni a carico delle sedi di una società, attiva nella vendita online di semi di canapa indiana, site in quelle province, a carico delle quali verrà anche notificato un provvedimento di sequestro preventivo.
Nel corso delle indagini sono state scoperte tre piantagioni e sequestrate 26 mila piante per un valore sul mercato di circa 20 milioni di euro. É stato anche accertato che Mancuso controllava i terreni destinati alla coltivazione tramite droni. Alle indagini hanno contribuito le dichiarazioni dello stesso Mancuso, diventato collaboratore di giustizia.