«Il solo pensiero che un ambiguo personaggio come Marcello De Angelis, amico e parente di fascisti passati e presenti sia invitato a parlare nella nostra regione ci fa inorridire». È la netta presa di posizione di Anpi Catanzaro in vista del convegno che era in programma oggi a Montauro nell’ambito del Panta festival. E a stretto giro l'organizzazione dell'evento ha risposto. «Al fine di evitare ogni polemica e strumentalizzazione di alcun genere, l'evento previsto per questa sera è annullato. Continuiamo a credere nel valore del pluralismo e rifiutiamo ogni accostamento ad ogni estremismo di qualsiasi estrazione o colore. Ribadiamo l'intento del PantaFestival che è quello di diffondere arte, cultura e socialità in un clima di serenità».

L'annuncio dell'annullamento è stato dato sulla pagina facebook ufficiale della manifestazione. De Angelis - ex parlamentare, cognato dell'ex Nar Luigi Ciavardini e oggi responsabile della comunicazione della Regione Lazio - ha recentemente scritto un post sui suoi profili social, negando la responsabilità dei neofascisti nella strage di Bologna: «So per certo che non c'entrano nulla Fioravanti, Mambro e Ciavardini. Non è un'opinione: io lo so con assoluta certezza». Dichiarazioni che sono suonate anche come un attacco al Capo dello Stato, Sergio Mattarella, che il 2 agosto, anniversario della strage, aveva diffuso un messaggio in ricordo di quei tragici fatti, affermando che quel giorno «ha impresso un segno indelebile nella coscienza civile del nostro popolo».

«Il 2 agosto – ha puntualizzato De Angelis nel suo post – è un giorno molto difficile per chiunque conosca la verità e ami la giustizia, che ogni anno vengono conculcate persino dalle massime autorità dello Stato (e mi assumo fieramente la responsabilità di quanto ho scritto e sono pronto ad affrontarne le conseguenze)».

La sua prevista partecipazione al convegno in Calabria ha quindi scatenato la reazione dell’Associazione nazionale dei partigiani d’Italia, che definiscono impensabile la sua presenza «dopo le vergognose affermazioni sulla strage di Bologna in pieno sfregio di tutte le sentenze che, dopo decenni di indagini, in modo definitivo hanno condannato all'ergastolo i suoi amici fascisti».

«Ci ha pensato qualche giorno fa il Presidente Sergio Mattarella a ricordare la storia di quella orribile strage e il ruolo dei fascisti come esecutori materiali – continua la nota di Mario Vallone, presidente del Comitato provinciale Anpi di Catanzaro -. La verità non la cancella nessuno, nemmeno questo De Angelis che non si sa perché ricopre il ruolo di responsabile della comunicazione nella regione Lazio. Bene ha fatto il presidente dei familiari delle vittime Paolo Bolognesi a dire che siamo stanchi di questi pallonari. Bene ha fatto l’Anpi nazionale a insorgere. Ci pensino bene gli organizzatori dell'evento a Montauro, avete invitato non solo un fascista ma un ex parlamentare che non rispetta i valori costituzionali e infanga impunemente la memoria di decine di vittime innocenti. Si può fare a meno di questa presenza - conclude -  saltare un appuntamento non è così grave quando di mezzo c'è la verità storica e giudiziaria oltre al rispetto di tante vite spezzate dalla barbarie fascista».

La replica di De Angelis: «Io sul rogo come Giordano Bruno»

Dal canto suo, De Angelis è tornato sull'argomento con un nuovo post, dopo le polemiche scoppiate a livello nazionale: «Come ogni libero cittadino di questa Nazione, ho esercitato il diritto di esprimere la mia opinione su un evento solstiziale della nostra storia, fondata su decenni di inchiesta svolta come giornalista e parlamentare. E certo, non lo nego, animato dalla passione di chi ha avuto un fratello morto, vittima di uno degli accertati depistaggi orditi per impedire l'accertamento della verità, con l'utilizzo della falsa testimonianza del massacratore del Circeo Angelo Izzo - ricorda De Angelis -. E quindi con il diritto personale e familiare di chiedere di approfondire ogni analisi finché non sia dissipato qualunque dubbio. Ho detto quello che penso senza timore delle conseguenze. Se dovrò pagare per questo e andare sul rogo come Giordano Bruno per aver violato il dogma, ne sono orgoglioso».