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«Ci dobbiamo guardare, ci arrestano tutti». Non hanno dubbi gli esponenti del clan Ficara-Latella: bisogna stare attenti perché le forze dell’ordine stanno lavorando alacremente. Ma non sono soltanto sospetti. Loro sono debitamente informati delle attività che polizia e carabinieri stanno portando avanti.
Le intercettazioni che mettono nei guai Francesco Pangallo
Siamo nel marzo 2010 e Giovanni Zumbo “lo spione” è ancora in libertà. È lui a spifferare le notizie riservate alla cosca Ficara che le gira, a sua volta, a Giuseppe Pelle “Gambazza”, colui che oggi si è nuovamente dato alla latitanza, dopo essersi sottratto ad un altro provvedimento dell’autorità giudiziaria. La riverenza nei confronti di “Gambazza” è tale che i Ficara non hanno remore nell’affidare a lui il patrimonio d’informazioni ottenuto da Zumbo. Oggi, a distanza di oltre sei anni da quei fatti, emerge una nuova intercettazione che mette nei guai Francesco Pangallo, ritenuto l’uomo forte di Giovanni Ficara, colui che ha preso il suo posto, reggendo le sorti della cosca, dopo l’arresto avvenuto nel 2010. Queste conversazioni non sono mai state oggetto d’informative e i carabinieri le rileggono a distanza di tempo, dando loro significati di rilievo. Mentre la prima parte dell’incontro verte su questioni minime di cui è investito Pelle, in modo da poterle risolvere, la seconda parte regala spunti interessanti.
Le conversazioni con Giovanni Pelle
«Troppo bordello sta succedendo». È Pangallo ad introdurre l’argomento, riprendendo i fatti accaduti da poco, come la bomba davanti alla Procura generale e l’auto con le armi ritrovata sul tragitto che avrebbe dovuto percorrere l’allora presidente della Repubblica, Napolitano. «Avanti e dietro… mah … così, c’è poco lavoro, non … non c’è niente! Tutto bloccato per ora! Tutto completamente … incompr. … troppo bordello, troppo bordello sta succedendo, l’altro giorno in televisione, un’altra volta hanno cominciato … il fatto della bomba là … le macchine che hanno trovato le cose … incompr. … io gli ho detto “vedi … le persone giustamente si spaventano a muoversi” … dice … “è meglio … perché devo perdere il posto, succede qualche cosa poi … poi … se passa questa ondata di cattivo tempo”. Non c’è niente … incompr. … la cosa … e intanto … che dobbiamo fare … Per ora bloccati … incompr …». Parole che trovano conferma in Pelle, il quale spiega che «non c’è niente… che dobbiamo fare». E poi: «Esatto, se non è una cosa necessaria proprio, se è necessario va bene … Altrimenti uno … meglio … non cadere in queste cose che ci arrestano oggi! … Ci arrestano parola d’onore con tutti questi traffici, poi prendi queste antenne pure …».
Le operazioni imminenti. È a questo punto che Pangallo dimostra di essere pienamente a conoscenza delle possibili operazioni di polizia giudiziaria: «Noi per quello che sappiamo noi, entro la fine di questa settimana… giorno dieci, undici ci ha detto». Quel “ci” è riferibile a Giovanni Zumbo. Pelle chiede se sia coinvolta anche la sua cosca. «Prendono tutto… tutto Reggio, dalle parti qua… Archi, Santa Caterina tutta Reggio fino a Pellaro… fino a Pellaro… si sa…». Per quanto concerne, poi, un’altra operazione, i due discutono e Pelle rimarca come, quella “cosa” preannunciata da Giovanni Ficara, non si sia più verificata in quella zona. Pangallo replica di essersi recato proprio da Giovanni Zumbo, assieme a Ficara: «Fino a ora… l’altro giorno siamo andati a parlare con questo signore qua… e ci ha detto in questa maniera».
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Le precauzioni da prendere. Sanno di microspie ed intercettazioni quelli dei Ficara-Latella. È per tale ragione che prendono delle precauzioni importanti. «Da quello che abbiamo saputo, ci sono da tutte le parti microspie … Telecamere da tutte le parti». «Non è più … se proprio è una cosa, una cosa urgente, allora prendiamo … incompr. … Prendiamo ci incontriamo con tre macchine, ci incontriamo in un posto lontano da lì … Nella strada, a mare, in un posto dove non ce ne … Lontano, lontano proprio! Dalle nostre zone … incompr. … altrimenti … incompr. … ce ne stiamo nei nostri … incompr. … buongiorno, buongiorno …».
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