La testimonianza dell’attrice, compagna di vita dell’attaccante del Catanzaro calcio, Pietro Iemmello: «Una bottiglia d’acqua per 15 atlete e uno yogurt per premio»
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Sta suscitando ampio dibattito la vicenda sui presunti maltrattamenti psicologici ai danni di atlete di ginnastica ritmica. Il caso era esploso dopo la denuncia delle due ex farfalle della nazionale italiana Nina Corradini e Anna Basta durante gli anni in cui hanno frequentato l'Accademia di Desio, commissariata nelle scorse settimane. A dare la sua testimonianza anche l’attrice Giulia Elettra Gorietti, nonché compagna di vita dell’attaccante del Catanzaro calcio, Pietro Iemmello.
Finora l’attrice romana aveva tenuto riservati i ricordi dei suoi trasporti sportivi. Il suo racconto, pubblicato sulle pagine di Repubblica, ripercorre i tasselli di un percorso, quello nella ginnastica ritmica, interrotto a 13 anni dopo momenti dolorosi: «Per anni – confessa a Repubblica - mi sono sentita una pazza, pensavo di essere sola. La mia allenatrice era una formatrice nazionale e parte della direzione tecnica per la regione Lazio. Sembra strano che in Federazione o al Coni non abbiano mai saputo nulla sui metodi adottati da molti allenatori».
Giulia Elettra ricorda il cibo nascosto dietro il termosifone della struttura dove si allenavano, i premi con lo yogurt, le ragazze alle prese con disturbi dell’alimentazione. Tra gli episodi che più l’hanno segnata, i collegiali di Viareggio e l’incontro con una tecnica russa che collaborava nella preparazione atletica: «Per 8 ore di allenamento avevamo una bottiglia d'acqua in 15 ginnaste. La mattina c'era la prova bilancia e una ragazza fu cacciata perché aveva preso 400 grammi».