I Carabinieri del Gruppo di Locri e in particolare dell’aliquota operativa della Compagnia di Locri, unitamente ai colleghi della Stazione di Platì e dello Squadrone Eliportato Cacciatori Calabria, a conclusione di una attività di indagine, hanno arrestato  Rocco Barbaro, alias “U Sparitu”, 51enne di Platì, esponente di vertice della consorteria “Barbaro-Castanu”, operante nel territorio di Platì, con ramificazioni in Lombardia e in Piemonte.

 

Lo stesso era ricercato dal gennaio del 2016, in quanto colpito da un’ordinanza applicativa della misura cautelare in carcere, emessa il 18 gennaio 2016 dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Milano che concordava pienamente con l’attività investigativa svolta dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Milano, poiché ritenuto responsabile del reato di associazione di tipo mafioso, intestazione fittizia di beni con l’aggravante del metodo mafioso.

 

I fatti delittuosi oggetto dell’ordinanza si sono verificati tra il mese di maggio 2013 ed il mese di gennaio 2014. Al centro dell’attenzione investigativa vi era la cessione della proprietà di un bar sito nel comune di Milano, dove il 51enne avrebbe avuto una posizione di intermediario per l’intestazione “fittizia” ad una terza persona, in quanto la precedente gestione aveva contratto numerosi debiti in particolare con i Monopoli dello Stato. Oltre alla compravendita dell’esercizio commerciale a cui lo stesso ha partecipato attivamente, l’arrestato avrebbe gestito in modo occulto il predetto esercizio commerciale, controllando in tutto e per tutto l’operato del nuovo titolare, anch’egli originario di Platì.

 

Rocco Barbaro, è il figlio di Francesco Barbaro, 90 anni, alias “Cicciu U Castanu”, capo dell’omonima consorteria di ‘ndrangheta, in atto detenuto con la pena dell’ergastolo a seguito di una condanna in ordina all’omicidio del brigadiere dei Carabinieri M.O.V.C. Antonino Marino.

 

Inoltre, Rocco Barnaro è il cognato di Giuseppe Pelle, quest’ultimo figlio del defunto Antonio Pelle alias “U Gambazza”, capo dell’omonima cosca operante nel territorio di San Luca. L’uomo è già noto alle forze dell’ordine in quanto latitante dal 1997 al 2003, implicato in una indagine per reati in materia di stupefacenti. Espletate le formalità di rito, è stato associato nella Casa Circondariale di Reggio Calabria, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.