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Vibo Valentia - E' finita dopo un anno e mezzo la latitanza di Nunzio Manuel Callà, il 28 enne di Nicotera accusato di avere fornito l'arma di precisione utilizzata per il tentato omicidio di Francesco Scrugli. In quella circostanza il pregiudicato riportò una ferita al collo, ma fu ucciso in un secondo agguato il 22 marzo del 2011 in un appartamento del quartiere pennello a Vibo Marina. Dovrà rispondere di concorso in tentato omicidio e porto abusivo di arma da guerra con l'aggravante della agevolazione mafiosa. Francesco Scrugli fu ucciso nell'ambito della cosiddetta "faida del Mesima" scoppiata nel settembre del 2010 tra il gruppo dei piscopisani sostenuti dai Mancuso di Limbadi e un gruppo emergente del quale la vittima secondo gli inquirenti faceva parte. Callà, accusato dalla Dda di aver partecipato attivamente al primo attentato ai danni di Scrugli, è stato scovato dai poliziotti all'interno di un casolare di Spilinga, nel vibonese. Al momento dell'irruzione avvenuta ieri sera, il giovane era in compagnia di un'altra persona: Bruno Pisano, 28 anni di Rosarno. Fermato con l'accusa di favoreggiamento.
Nel corso della perquisizione domicialiare gli agenti della squadra mobile di Vibo, diretti da Orazio Marino, hanno trovato 5 cartucce calibro 12 e quasi 10 mial euro in contanti. Nel frigo i polizioti hanno rinvenuto un cartone di gamberoni e champagne francese. Il casolare è stato sequestrato. I due 28enni dopo le formalità di rito sono stati trasferiti nel carcere di Vibo in attesa dell'udienza di convalida dei fermi.