VIDEO |Ormai sembra la trama di un film già visto. Dopo i lavoratori del Cup di Cosenza che hanno manifestato perché l’Azienda non vuole rinnovare il contratto alla società appaltatrice, stamani a Corigliano-Rossano i dipendenti delle pulizie dell’ospedale, sono saliti sulla copertura del presidio per rivendicare gli stipendi arretrati
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L’Azienda sanitaria non paga le fatture alle aziende appaltatrici dei servizi e le stesse aziende, a loro volta, non pagano i dipendenti. La trama della storia è sempre la stessa, da qualche anno a questa parte, cambiano solo gli attori e i protagonisti vessati sono sempre e solo loro: i lavoratori e le loro famiglie. Dopo la protesta dei lavoratori del Centro unico di prenotazione di Cosenza (gestito da un’azienda privata), questa volta, il capitolo di quello che appare sempre più un noir su dove, alla fine, finiscano i soldi della sanità calabrese (sempre con le tasche vuote), sono gli operatori delle pulizie degli ospedali di Rossano e Mormanno. Che stamattina sono saliti sui tetti dei rispettivi presidi per lamentare il mancato accredito degli stipendi di ottobre e novembre, mentre della mensilità di dicembre e della tredicesima (ormai prossime alla scadenza) non se ne parla. «Siamo incazzati neri – ci dice uno degli operatori – perché ai nostri figli non sappiamo più che cosa dire», atteso che molti di questi lavoratori sono a capo di famiglie monoreddito e che il volume economico degli stipendi non gli consente certo di fare la vita da nababbi.
Dicevamo di quel meccanismo perverso che trova origine nell’Azienda sanitaria di Cosenza che, anche in questo caso (nei giorni scorsi abbiamo scritto di tante altre aziende come quelle che si occupano della manutenzione delle ambulanze e delle automediche), non avrebbe corrisposto il pagamento di diverse fatture alla Società cooperativa Italiana Servizi e che, a sua volta, si sarebbe “trovata costretta” a non pagare i dipendenti.
«L’azienda non paga ma intanto assume»
«Siamo stati intimiditi dall’azienda – racconta Nuccia Campana, una delle operatrici della Sis che stamattina ha inscenato la protesta – che se non avessimo fatto questa azione di protesta ci avrebbero pagato gli stipendi. Ma considerato che dei bonifici non ne abbiamo vista traccia siamo saliti sul tetto dell’ospedale». E tutto questo mentre la coop appaltatrice del servizio avrebbe addirittura avviato le procedure per il reclutamento di nuovo personale. «E allora – continua a raccontare la Campana – ci siamo indispettiti. Dal momento che l’Asp non ci dà riscontri e l’azienda continua ad assumere. A questo punto ci chiediamo: se non si riesce a pagare gli stipendi a quelli che ci sono che senso ha assumerne altro personale? Tra le altre cose – aggiunge, ancora, la lavoratrice – a noi il datore di lavoro ci dice che l’Asp non sta pagando le fatture da diverso tempo».
Venerdì incontro all’ispettorato del lavoro
Intanto, per il prossimo venerdì 6 dicembre è convocato un tavolo sindacale all’ispettorato del lavoro per tentare una soluzione immediata alla vertenza lavorativa in atto. A confermarlo è Roberto Bruno della Cisl che stamani, insieme al collega Luciano Campilongo della Uil e di Andrea Ferrone della Cgil, ha seguito la protesta dei lavoratori. «È una situazione insostenibile – dice Bruno – su più fronti ed in diversi ambiti. Lo dimostra la protesta di stamattina. Noi come sindacato siamo in contatto con l’azienda e con l’Asp ai quali abbiamo chiesto un incontro, che è già stato convocato per giorno 6 all’ispettorato del lavoro, e stiamo lavorando affinché già nelle prossime ore venga erogata almeno la mensilità di ottobre».
Nel frattempo il servizio di pulizia all’interno degli ospedali – così come confermato dagli operai e dai sindacati – continua ad essere responsabilmente assicurato.