Vincenzo Cesareo, direttore sanitario dell'ospedale di Praia a Mare, è considerato un po' il Carola Rackete della sanità altotirrenica, è un ribelle poco avvezzo alla gloria e chi lo conosce lo considera una sorta di comunista, di quelli veri, ma con il cuore a destra. Odia il politicamente corretto e va avanti dritto come un treno senza pensare alle conseguenze, come quando, fresco di nomina al nosocomio praiese, si autodenunciò alla Corte dei conti perché secondo lui intascava uno stipendio non corrispondente alle reali mansioni e disse senza troppi giri di parole che l'inaugurazione di quell'ospedale era stata una clamorosa presa in giro della politica, suggerendo alla magistratura di indagare per un possibile voto di scambio. Per quelle parole fu spedito due volte alla commissione disciplinare e per due volte i giudicanti dovettero arrendersi alla legittimità delle sue affermazioni. Oggi Cesareo lo ha rifatto ancora, ha speronato il potere e si è autotrasferito alla direzione sanitaria dello spoke Cetraro-Paola, facendosi beffa di un provvedimento emanato due anni, da lui ritenuto illegittimo sin dal primo momento.

Il ritorno a Cetraro

Cesareo è stato per molti anni il direttore sanitario dell'ospedale di Praia a Mare e lo è rimasto fino al giorno prima della riconversione del presidio in casa della salute, cioè il 31 marzo 2012. A partire dal giorno seguente, ha diretto lo spoke Cetraro-Paola, dov'è rimasto fino all'estate del 2017. Poi, improvvisamente, è stato trasferito alla direzione sanitaria della struttura praiese. Il passaggio è seguito, forse casualmente, all'ennesima denuncia su quanto accaduto entro le mura degli ospedali altotirrenici, quella volta nei reparti cetraresi di ostetricia e ginecologia a cavallo delle festività di Ferragosto. In quella occasione, i certificati medici presentati da 7 medici su 9 misero il reparto fuori uso e le gestanti furono costrette a recarsi in altri presidi della provincia per poter partorire. La notizia diventò uno scandalo. Cesareo, una manciata di giorni più tardi, è stato mandato via con un atto che il diretto interessato ha ritenuto sempre illegittimo e così il 14 giugno scorso ha mandato una lettera all'Asp di Cosenza per annunciare il cambio di programma, che, in caso di mancata risposta, sarebbe avvenuto il 1° di luglio. La risposta ovviamente non è arrivata e Cesareo tre giorni fa si è riappropriato del suo posto, lasciato pericolosamente vacante per tutto questo tempo.

La convocazione

Secondo le indiscrezioni, solo ieri da via Alimena, a Cosenza, si sarebbero resi conto che Cesareo non stesse scherzando e nel pomeriggio avrebbero inviato una convocazione per questa mattina. In queste ore il medico cetrarese potrebbe trovarsi al cospetto dei vertici aziendali, con i quali starebbe discutendo della spinosa questione.