Nelle carte dell'inchiesta della Dda emerge come l'ex direttore amministrativo Francesco Masciari fosse compulsato dal politico per favorire persone a lui vicine e disposte a portare pacchetti di consensi elettorali
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Per il gip del Tribunale di Catanzaro, Francesco Masciari, sarebbe stato nominato su indicazione di Vincenzo Sculco. E nel ruolo di direttore amministrativo dell'Asp di Crotone si sarebbe messo «a sua totale disposizione per assicurare alle imprese a lui legate l'ottenimento di appalti e la nomina di soggetti a lui vicini». Turbata libertà degli incanti è il reato che la Dda contesta al manager da poco nominato direttore amministrativo dell'Asp di Catanzaro e a cui è stata applicata la misura della sospensione dall'esercizio dei pubblici uffici e da qualsiasi altra carica pubblica per un anno.
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Soluzioni appropriate
Diversi gli episodi in cui è rimasto coinvolto. Il primo tra il febbraio e l'aprile del 2019 quando si sarebbe impegnato a «studiare le soluzioni più appropriate» allo scopo di conferire un incarico dirigenziale a Telemaco Pantaleone Pedace, dipendente dell'Asp e all'epoca dei fatti anche assessore comunale di Crotone e a Pietro Vrenna, all'epoca dei fatti responsabile del servizio infermieristico.
3mila voti
In cambio entrambi avrebbero promesso un pacchetto di voti: almeno tremila per sostenere l'elezione al Consiglio regionale di Flora Sculco. In particolare, Vincenzo Sculco, dopo essersi consultato con Giancarlo Devona avrebbe «compulsato il direttore amministrativo Francesco Masciari» chiarendo che «Pedace e il fratello erano portatori di un consistente pacchetto di voti che avevano promesso alla Sculco e che Vrenna era una pedina importante per pilotare le assunzioni di personale infermieristico in cambio di appoggio elettorale». Secondo la ricostruzione, proprio Vrenna avrebbe aspirato «a dirigere l'ufficio concorsi della Asp, promettendo di pilotare le assunzioni di personale». A Francesco Masciari sarebbe stato chiesto di trovare la soluzione più appropriata.
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Il servizio Cup
Il secondo episodio, più recente, risale invece al gennaio del 2020 quando ricevette pressioni affinché, lui e Gaetano Caterina, direttore dell'ufficio Urp e Cup dell'Asp di Crotone, «elaborassero un avviso per esternalizzare il servizio Cup aziendale affidandolo alla Rm Multiservice di Dario Ritorto Bruzzese». Le sollecitazioni - secondo la ricostruzione - sarebbero arrivate dalla moglie dell'imprenditore, Valentina Galdieri ex assessore comunale di Crotone e poi direttamente da Vincenzo Sculco. La contropartita sarebbe stata «l'assunzione in Asp della figlia di Gaetano Caterina» e così i due avrebbero «concertato la emanazione dell'avviso pubblico» per l'erogazione dei servizi dell'ufficio Cup aziendale, affidato poi alla Rm Multiservice.
I distributori automatici
L'ultimo episodio contestato risale, infine, al dicembre del 2019 in occasione dell'affidamento del servizio di ristoro, attraverso i distributori automatici all'ospedale San Giovanni di Dio di Crotone, al poliambulatorio, al dipartimento di prevenzione, al consultorio familiare, al centro cure primarie di Isola di Capo Rizzuto. Un appalto della durata di tre anni e dal valore minimo di circa 97.200 euro.
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L'appoggio elettorale
Secondo la ricostruzione, sarebbe stato l'amministratore unico della Eat and Drink, Alessandro Covelli e il fratello Rocco, ad incontrare Vincenzo Sculco promettendo il loro appoggio elettorale nelle prossime elezioni regionali «in favore della lista dello Sculco e sollecitavano l'interessamento di Francesco Masciari perché favorisse la società Eat and Drink ad aggiudicarsi la gara, peraltro, intervenendo anche in limine, dopo l'apertura delle buste su Masciari allorquando la commissione avrebbe assegnato un punteggio diverso alla società che risultava seconda classificata».