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“Credo con forza nello Stato... ma molti degli uomini che dovrebbero rappresentarlo sono più che distratti”. Lasciato solo, in un aeroporto di una grande città, senza la scorta che gli spetterebbe, alla mercé di quanti potrebbero volergli far pagare quella che è diventata la sua missione di vita: portare come esempio e come segnale di speranza non avere piegato la testa ai suoi strozzini, scegliendo invece di denunciare.
Non è la prima volta che accade che il testimone di giustizia calabrese Rocco Mangiardi si ritrovi da solo, di notte ad aspettare una scorta che non arriverà mai. E’ successo nuovamente ieri, quando il commerciante, recatosi fuori regione per fare un incontro nelle scuole, si è ritrovato nuovamente solo, fino a quando, dopo quasi tre ore di attesa si è arreso al fatto che quella macchina dello Stato con a bordo le persone che avrebbero dovuto tutelarlo non sarebbe mai arrivata. E così Mangiardi si è messo a bordo di un taxi.
A preoccupare il commerciante e testimone di Libera è che la circostanza sta diventando una prassi così che, ogni volta che dà la sua disponibilità per andare nelle scuole a portare la sua testimonianza si trova ad avere a che fare con l'eventualità di potere essere a rischio. Secondo quanto riportato dall’Agi, la questura di Catanzaro avrebbe preso contatti con chi doveva predisporre la scorta nella città che ha ospitato Mangiardi, ma questa si sarebbe fatta trovare solo nella scuola in cui era atteso.
Resta nel testimone di giustizia un grande sentimento di amarezza accompagnato però da molta forza interiore, tanto da fargli scrivere “ Non mi arrendo. La speranza non me la leva nessuno”.
Tiziana Bagnato