Dopo la rimozione delle strutture dalla città capoluogo, la società Pubbliemme le ha messe a disposizione di tutte le amministrazioni che ne faranno richiesta
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«Quell’arredo urbano lo vogliamo noi». Non si è fatta attendere la prima richiesta da parte di un Comune dopo l’offerta fatta dalla società Pubbliemme, che ha messo a disposizione delle amministrazioni comunali calabresi i numerosi elementi di arredo urbano rimossi dalla città di Vibo Valentia. Pensiline per le fermate dei bus, paline informative, balaustre di sicurezza per i marciapiedi e pannelli di varie dimensioni che adesso sono a disposizione degli Enti che ne faranno richiesta. A poche ore dalla comunicazione della società leader nel settore della comunicazione outdoor, il Comune di Dasà si è fatto avanti attraverso un’istanza ufficiale, regolarmente protocollata e firmata dal sindaco Raffaele Scaturchio.
La richiesta del sindaco di Dasà
«Facciamo richiesta di istallazione sul nostro territorio comunale - scrive il primo cittadino - degli arredi in questione, ritenuti elementi di elevate caratteristiche tecniche e pregio estetico, oltre che di pubblica utilità per l’intera comunità amministrata».
Scaturchio rimarca poi l’importanza dell’opportunità offerta al suo territorio: «Non sussistendo le condizioni di disponibilità per procedere all’arredo urbano con fondi propri di bilancio, ringraziamo sin da ora il Gruppo Pubbliemme per la concessione delle strutture che vorrà istallare nel nostro Comune, con beneficio per tutta la cittadinanza».
Assume così un risvolto estremamente positivo, la vicenda che ha visto nelle ultime ore gli operatori della Pubbliemme intervenire lungo le strade del capoluogo vibonese per rimuovere le proprie strutture, senza alcun costo per l’amministrazione comunale.
La vicenda
La società, con una nota, aveva già avuto modo di chiarire che l’installazione degli elementi di arredo urbano nella città di Vibo era avvenuta a suo tempo «dopo espressa convenzione sottoscritta con gli organi competenti». Una volta che l’accordo è giunto alla sua naturale scadenza, però, «aveva invano interloquito per ottenere un rinnovo ed evitare che i cittadini rimanessero privi del servizio», che coincide con situazioni di maggiore confort, come nel caso delle pensiline coperte per l’attesa dei mezzi di trasporto pubblico, o di maggiore sicurezza, come accade per le balaustre che proteggevano i pedoni dal traffico e dai dislivelli lungo il perimetro di molte aree urbane.
«Per ben due volte - ha spiegato la Pubbliemme - il Comune di Vibo Valentia, settore 5 Lavori Pubblici, aveva pubblicato una manifestazione di interesse a partecipare all’affidamento della fornitura ed installazione di impianti di arredo urbano con annessa pubblicità ma la procedura per ben due volte è stata revocata. La dirigente Adriana Teti non ha mai inteso chiarire le motivazioni di tale scelta che priva un territorio di servizi di pubblica utilità».
Un danno per i cittadini del capoluogo, che ora si tramuta in un vantaggio per i residenti in altri Comuni.
«Tutti gli elementi di arredo urbano della nostra società ormai rimossi – ha precisato la società - verranno ripuliti e risistemati per essere forniti alle varie amministrazioni comunali che ne fanno continuamente richiesta, perché attente sempre al decoro urbano e soprattutto alle esigenze dei cittadini».
E il Comune di Dasà non se l’è fatto ripetere due volte.
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