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È stato l'anno degli scandali mediatico-giudiziari: di Calabria Etica, di Calabria Verde, della Sacal. L'anno del record calabrese dei Comuni commissariati per mafia. L'anno della crocifissione, istituzionale, giudiziaria e mediatica di una delle poche, pochissime, nobili espressioni di una disastrata e disastrosa classe dirigente: Mimmo Lucano, il sindaco di Riace, dell'accoglienza e degli ultimi. È stato l'anno di Nicola Gratteri e Federico Cafiero de Raho. Di Marco Minniti ministro dell'Interno. Degli incendi e degli sbarchi dei disperati. E dello stucchevole braccio di ferro sulla sanità tra un governatore che nulla conta oltre il Pollino e un governo che ha reso questa regione, grazie a Renzi, Lotti, Gelli, dei quali il commissario Scura quanto a competenza è una più che efficace rappresentazione, una provincia della Toscana.
Dovremmo ricordarlo, però, soprattutto come l'anno di Francesco Prestia Lamberti, il sedicenne brutalmente assassinato da un coetaneo geloso di lui, un baby killer cresciuto in una terra di mafia, in una famiglia di mafia. Ricordiamolo come l'anno di Gabriella Fusca, la dodicenne di Vibo Valentia uccisa da una leucemia fulminante, la cui morte ha commosso una delle comunità più divise e sofferenti della Calabria, capace di tornare unita solo nel dolore. È stato l'anno di Marcello Le Piane, nostro amico e collega: anche lui se n'è andato troppo presto. E ci ha lasciato un immenso senso di vuoto. Il suo sorriso, e quello di Gabriella, e di Francesco, ci accompagnino nel 2018.
Noi così egoisti, miopi, distratti, incapaci, ricordiamoci che la vita è troppo breve per non essere vissuta fino in fondo, per non gioire anche delle piccole cose, per non spendere tutto noi stessi al fine di rendere migliore ciò che ci circonda.
Pietro Comito