«Appare comunque opportuno evidenziare la “trasversalità” di un imprenditore, da un lato “sceso a patti” con il potere mafioso, da un altro alla continua ricerca di un rapporto di scambio con il potere politico-amministrativo, il tutto nell’ottica della massima locupletazione possibile di denaro pubblico». È scritto così nelle pagine dell'ordinanza dell'operazione "Lande Desolate" a proposito dell'«imprenditore senza scrupoli» Giorgio Ottavio Barbieri, arrestato questa mattina e ritenuto la figura centrale dell'inchiesta. 

Barbieri, secondo gli inquirenti, aveva un rapporto speciale con il boss Franco Muto, il quale gli estorceva denaro ma con trattamento di favore.

Il “trattamento di favore” del clan 

L'appalto per i lavori dell'aviosuperficie di Scalea, viene vinto, in veste di unica offerente, dalla Barbieri Costruzioni Srl nel febbraio 2015. Nel mese di marzo 2016, il figlio del boss Franco Muto, Luigi, comincia a chiedere il pizzo all'imprenditore. Tuttavia, non solo il padre Franco lascia Barbieri libero di determinarne l’ammontare, ma addirittura questi arrotonda in difetto la cifra derivante dall’applicazione di una percentuale già considerata di privilegio, così com'era avvenuto per il pizzo pagato per la realizzazione dell'impianto scistico di Lorica. 

Gli interessi comuni su hotel e discoteca

Anche le forniture di pesce effettuate dal clan Muto, per il tramite della Eurofish Srl (intestata al genero Andrea Orsino), alla struttura alberghiera “Hotel delle Stelle” di Sangineto dell’Atlante Srl, società del gruppo Barbieri, dimostrano come il rapporto commerciale fra le parti sia «ad alto tasso di libertà», scrive la procura. Infatti, Davide Bencardino, incaricato della distribuzione della merce, e Massimo Longo, avevano notato l’acquisto di pesce da altri fornitori, circostanza affiorata in una intercettazione.

Il rapporto privilegiato tra Barbieri e Muto si evince anche dal fatto che nella stagione estiva del 2015 figurano fra i dipendenti dell’albergo sia la figlia Mara che la nuora di Franco Muto, Stefania Vaccaro, e che l'Hotel delle Stelle usufruisce – pur in assenza di significative imposizioni –, di una sorta di «ombrello protettivo rispetto agli appetiti della criminalità organizzata». 

Un analogo «quadro di cointeressenze», lo definisce la procura, emerge con la gestione della discoteca “Il Castello Music Club” di Sangineto, intestata a Francesca Barbieri, sorella di Giorgio. Infatti, la struttura viene concessa in affitto da Barbieri a una persona indicata dai Muto, tanto che l'uomo si ritrova a pagare sia il canone a Barbieri sia una somma a titolo estorsivo al clan di Cetraro.

La "bacinella" del clan Muto

L’imprenditore Barbieri effettua, per il tramite del suo fiduciario Longo Massimo, periodici versamenti in favore del clan, secondo modalità e cautele che «non riflettono l’esistenza di un metus nei confronti della cosca» e che, per durata ed ammontare, rimandano, piuttosto, all’adempimento di un accordo negoziale. In tal senso, risulta significativo che le consegne di danaro avvengono puntualmente, agli inizi di ogni mese in modo indipendente dagli accreditamenti per gli appalti e non sono conformi alla “prassi” dei pagamenti estorsivi che avvengono di norma tre volte l’anno, ossia a Natale, Pasqua ed in agosto. 

Il meccanismo per giustificare il pizzo

Il meccanismo utilizzato per far uscire, in modo apparentemente lecito, la provvista in contanti da versare al clan Muto consisteva nel far accreditare parte delle vincite della “Sala Slot 6”, sempre di proprietà di Barbieri, sul conto corrente della moglie di Longo, facendole riscuotere, come presunta titolare, i tickets delle giocate vincenti