È il commento di Igor Colombo a seguito dell’operazione che ha coinvolto il governatore Oliverio: «La sua presa di posizione è imbarazzante»
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«Dell’inchiesta denominata “Lande Desolate” condotta dalla Dda di Catanzaro nella quale è rimasto coinvolto anche il governatore della Regione Mario Oliviero accusato del reato di abuso d’ufficio, aggravato dal metodo mafioso, emerge sempre più chiaramente quell’intreccio politico-massonico-mafioso che da anni ormai si annida all’interno delle istituzioni e con maggior rilievo proprio nell’ente regionale, autentico Moloch economico che divora denaro pubblico sacrificando quello che dovrebbe essere l’obiettivo reale della classe dirigente politica, cioè il tanto decantato bene comune». Lo riporta una nota stampa di Igor Colombo, commentatore politico.
«Lo spreco di denaro pubblico»
Una vicenda che ha generato dibattito: «Non cadendo nella retorica e stucchevole dicotomia che in queste ore si è fatta strada tra partiti ed alcuni politici, improntata al pleonastico dualismo garantismo-giustizialismo esternato nelle loro dichiarazioni, il primo dettato da evidenti condotte di convenienza ed il secondo da prudenti ragioni di opportunità, vorrei accentrare la mia riflessione sull’atavica questione etica della nostra classe dirigente. Sono anni ormai che i calabresi assistono ad operazioni che hanno sempre come unico comune denominatore lo spreco di denaro pubblico, con ingenti finanziamenti dirottati un po’ qua ed un po’ la , infiltrazioni mafiose nella gestione della cosa pubblica, inchieste affossate come Poseidone, fino ad altre come Rimborsopoli ed ancora potrei continuare, tutte che hanno preso forma nell’alveo dell’ente regionale e nel più semantico regionalismo».
Indipendentemente da quali sviluppi penali avrà anche quest’ultima inchiesta «una sorta di esegesi politica la si deve mettere su dal momento che nessun rappresentante politico che occupa scranni istituzionali riesce a fornire ,ma al contrario continua ad ammorbare le testate giornalistiche con superficiali riflessioni tenendo il classico gioco delle parti, parlando di fiducia nella magistratura ,come se già quella inquirente non sia sufficiente ,visto l’alacre lavoro che svolge con tutto un pool di magistrati, nell’andare oltre ai soliti stereotipi dei luoghi comuni».
«Imbarazzante la presa di posizione di Oliverio»
Definita imbarazzante la presa di posizione dello stesso governatore Oliverio «che per mero spirito istituzionale dovrebbe esser lui per primo ad esternare serenità per la sua condotta, facendo prelevare quel concetto di assenza di una qualsiasi responsabilità solidale sul piano morale, dove viceversa esiste quella morale sul piano solidale dove appunto la razionalità gioca un ruolo fondamentale dal momento che l’etica ,come affermava benissimo San Tommaso, è un aspetto della razionalità stessa, pertanto in un contesto cosi tanto delicato bene avrebbe fatto Oliverio nel rassegnare le dimissioni da governatore regionale».
Un sistema – a giudizio di Colombo – profondamente corrotto che punta a «tenere in piedi questo carrozzone che è l’ente Regione, non solo in Calabria ma in tutta Italia, che da quando è nato, ha generato clientele, malaffare, spreco di denaro e scandali in ogni settore e con risvolti spesso drammatici nella stessa Sanità dove sono avvenuti nella nostra Calabria omicidi eccellenti»
«Azzerare la cariche alla Regione»
«Fin dai tempi di Forza Nuova non ho mai mancato di affermare ciò ,partendo da analisi ormai millenarie della tradizione politica nostrana che ha visto sempre gli italiani crescere attorno ad enti ad essi vicini come per esempio i Comuni o le Province, oggi svuotate e che non si capisce ormai cosa siano. Nessuna forza politica – aggiunge - affronta seriamente oggi questo problema ed a tal proposito devo ricordare che proprio le regioni nascono nel 1970 come antidoto ad un centralismo statale che in altri tempi funzionava, divenuto scomodo per una classe politica sempre più rapace. Se davvero si vuol fare una lotta seria alle clientele contrastando il potere delle mafie ,bisogna colpire nel cuore gli interessi delle cosche le quali ,attraverso i loro referenti politici ed imprenditoriali sui territori , si accaparrano appalti e denaro e non lasciando nulla al caso, fiutano li dove ci sta l’affare, la ghiotta occasione di rimpinguare le loro casse attraverso, estorsioni, spaccio di droga e controllo delle attività inerenti alla politica come gestione dei rifiuti, sanità, depurazione, infrastrutture».
«Alla luce pertanto di questa ennesima inchiesta condotta dalla Dda di Catanzaro – conclude - il governo che si auto-proclama del cambiamento, non può più ignorare tale gravità e deve per necessita passare ai fatti, attraverso nuove leggi speciali e strumenti ed intanto proprio nella nostra Calabria è d’uopo, viste le misure restrittive emesse nei confronti del governatore in carica, azzerare tutte le cariche e commissariare l’intera regione a livello militare con alti gradi dell’esercito al comando, lontano da logge massoniche e che sappiano fare pulizia all’interno dei vari dipartimenti, la Calabria con la sua attuale classe politica, non esprime alcuna garanzia di cambiamento, ma solo continuità specie nella stessa istituzione regionale che col gioco delle alternanze politiche ha conculcato le speranze di tanti cittadini onesti e di una certa classe imprenditoriale che soffre e viene soffocata nel malaffare».
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