La parlamentare del Pd affida a Facebook il suo sfogo dopo la notizia della chiusura delle indagini che la vedono coinvolta con l'ipotesi di corruzione aggravata
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«Sono appena uscita dalla sala operatoria e ho trovato il mio telefono pieno di messaggi di solidarietà. Non capivo cosa fosse successo visto che l’operazione non era così grave. Poi ho capito». Inizia così il post che la parlamentare Pd Enza Bruno Bossio ha pubblicato sul suo profilo Facebook appena appresa la notizia di essere indagata insieme al marito, l’ex consigliere regionale Nicola Adamo, nell’inchiesta Lande desolate, per la quale oggi è stata annunciata la chiusura delle indagini.
«È accaduto – scrive Bruno Bossio - quello che i magistrati (anzi i Pm) hanno annunciato fin dal primo giorno dell’inchiesta, nella conferenza stampa del 17 dicembre. Sarei indagata per un sms di protesta inviato al direttore dei lavori di piazza Bilotti (opera appaltata e aggiudicata dal comune di Cosenza) poiché continuava ad autorizzare l’ingresso in cantiere di un ex sindaco che da semplice cittadino si comportava come se l’opera fosse “cosa sua”. Incredibile ma vero i Pm hanno considerato evidentemente legittima l’arbitraria presenza di Occhiuto (non più sindaco di Cosenza) in un luogo dove potevano esserci solo addetti ai lavori, mentre meritevole di approfondimento di indagine la mia azione atta a ristabilire la legalità. Tutti questi elementi quindi mi fanno stare serena personalmente (un po’ meno per la tenuta democratica) e aspetto con fiducia il lavoro della magistratura giudicante che saprà distinguere il reato dalla persona perseguita».
Nell’inchiesta Lande desolate, che orbita attorno agli affari dell’imprenditore Giorgio Ottavio Barbieri, sono diciannove gli indagati, tra cui anche il governatore Mario Oliverio.
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