Uno spostamento che dal punto di vista logistico andrebbe contro ogni opportunità e ogni esigenza emergenziale. Sono di nuovo sul piede di guerra le associazioni lametine che si occupano a più titoli di sanità. Questa volta puntano il dito contro l’imminente spostamento nel Giovanni Paolo II dei locali del 118, in questo momento collocati esternamente al blocco ospedaliero e a un centinaio di metri da Pronto Soccorso e Elisoccorso.

«L’ambulanza del 118 dovrebbe sempre impiegare per giungere dalla sede nel luogo di chiamata solo otto minuti per un intervento interno al perimetro di Lamezia e solo venti per un intervento esterno. E da lì, se necessario, si deve correre senza intralci al Pronto Soccorso», affermano in una nota le diverse realtà che poi definiscoo «allucinante l’idea di smantellare l’ottima, studiata e funzionale sede attuale del Servizio 118 e di spostarla dalla parte opposta del Pronto Soccorso e della piazzola di Elisoccorso».

«Chiediamo - scrivono - alla Commissione Straordinaria che governa l’Asp di Catanzaro di ripensarci seriamente. Quello che gli hanno proposto di fare è pura follia. La nuova sede del 118 è addirittura collocata non più al piano terra, ma al primo piano dell’altro edificio, cosa che costringerebbe gli operatori a perdere tempo prezioso, dovendosi in caso di chiamata precipitare per le scale o infilare (quando non sarà guasto) in un minuscolo ascensore in condominio con altri servizi ed altre utenze».

La nuova piazzola di sosta delle ambulanze sarebbe «angusta, difficilmente accessibile e senza l’indispensabile tettoia. La viabilità di accesso e di uscita delle ambulanze dalla nuova sede stravolgerebbe l’attuale facilità di accesso dell’utenza, creando ingorghi, occasioni di intoppi o, peggio, di scontri tra veicoli. I tempi di intervento ne subirebbero inevitabili e gravi ritardi».

A firmare la nota il Comitato Salviamo la Sanità del Lametino, l’Associazione Senza Nodi, Cittadinanzattiva, il Tribunale per i diritti del Malato, Osservatorio Sociale San Nicola, Patto Sociale e Comitato 4 Gennaio.