VIDEO | Forze dell'ordine all'opera per il rispetto delle norme contenute nel dcpm e nell’ordinanza regionale. In primo luogo fondamentali le distanze
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Si riparte, una sorta di nuova deadline, un nuovo inizio con nuove regole, nuove abitudini da acquisire e vecchie pratiche da tenere a bada. 18 maggio 2010, ripresa di molte attività commerciali e del servizio ai tavoli, un passaggio importante e non banale nel contenimento del Covid-19.
Ecco perché in contemporanea sono iniziati i controlli delle forze dell’ordine. Abbiamo seguito la Polizia Municipale di Lamezia Terme, guidata dal vice comandante reggente Aldo Rubino, in uno di quelli che diverranno controlli di prassi. Parola d’ordine fare in modo che vengano rispettate le distanze e le possibilità di contatto e di incontro siano ridotte al minimo. Ecco perché tra gli aspetti sui quali si soffermano le verifiche c’è la segnaletica a terra, quella che serve a guidare il cliente e ad indirizzarlo, sia in modo tale da contenerne l’avvicinamento ad altri clienti o alla cassa ecc, sia per evitare che tra entrata ed uscita, servizio ai tavoli e al banco, possano esserci avvicinamenti.
Al momento la Polizia Locale, spiega Rubino, cercherà di supportare gli imprenditori, di guidarli nel dedalo delle direttive. Un compito non facile. «Mi raccomando le sedute tra tavoli almeno ad un metro di distanza», ripete come un mantra Giuseppe Orlando, maresciallo capo della polizia municipale, entrando e uscendo dalle attività.
Ognuno poi fa di suo. Come la stilista Donatella Bertucci che ha scelto di igienizzare ogni capo dopo che questo è stato provato, pur non essendoci obblighi in tal senso.
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C’è poi chi avendo la possibilità ha differenziato vie di entrata e di uscita, chi ha introdotto personale apposta per controllare che vengano mantenute le distanze e che usciti dal locale non si rimanga fuori a fare assembramento. Rimane ancora l’incognita dei locali notturni, quelli che tipicamente erano caratterizzati da assembramenti di giovani davanti al loro ingresso intenti a chiacchierare a bere. Un’immagine che per un bel po’ saremo costretti a dimenticare.