Due condanne e diverse assoluzioni. È questo il bilancio della sentenza con la quale la Corte di Assise di Catanzaro si è espressa in merito al processo scaturito dall’operazione “Locomotiva” che nel 2017 sgominò un sodalizio criminale articolato tra Nigeria, Libia e Italia che adescava giovani donne africane destinandole alla prostituzione.

Ad eseguire l’operazione i carabinieri di Lamezia Terme con il coordinamento della Dda di Catanzaro. A dare il nome all’inchiesta uno dei luoghi più gettonati per il meretricio a Lamezia Terme, una vecchia locomotiva restaurata e posta al centro di un ampio parcheggio a poche centinaia di metri dalla stazione di Lamezia Terme Centrale, a Sant’Eufemia.

Le accuse sono a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata alla tratta di esseri umani, acquisto e alienazione di schiavi, immigrazione clandestina, riduzione in schiavitù e sfruttamento della prostituzione con l'aggravante della transnazionalità.

Aiyamekhe Ifuefo e Omoreige Osagie sono stati condannati a 12 anni di detenzione, mentre Enoma Joy, Idahos Gift e James Ekuaze Silvia sono stati assolti per non avere commesso il fatto.

Le indagini avevano permesso di rilevare come le donne fossero raggirate e costrette a prostituirsi. In particolare, sarebbero state condotte in Italia con la chimera di un lavoro e poi tenute sotto smacco psicologico tramite l’uso di riti vodoo. Questo sia per costringerle alla strada che per vincolarle al pagamento di quanto sostenuto per farle arrivare in Italia, con una spesa media di circa trenta mila euro.