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La Guardia di Finanza di Lamezia terme ha eseguito una complessa ordinanza di sequestro di numerosi beni appartenenti a ad un presunto usuraio. Il provvedimento, è stato emesso dal g.i.p. del tribunale di lamezia terme, su richiesta della procura della repubblica. La misura patrimoniale è stata attuata nei confronti di un imprenditore lametino, Giuliano Caruso, la cui notevole e rapida ascesa economica e finanziaria ha insospettito le “fiamme gialle”, poiche’ l’elevato tenore di vita mantenuto e le importanti e recenti acquisizioni immobiliari effettuate dallo stesso non trovavano riscontro adeguato nella redditività lecita dichiarata negli ultimi quindici anni. Il provvedimento cautelare reale appena eseguito costituisce un ulteriore sviluppo - attuato questa volta sul piano patrimoniale dalla guardia di finanza - delle indagini di polizia giudiziaria che avevano già portato alla notifica, nei confronti del medesimo imprenditore, di un avviso di garanzia e di conclusione delle indagini preliminari, a vario titolo, per usura e altri illeciti connessi.
In particolare, erano stati acquisiti elementi probatori sulla base dei quali la procura della repubblica di lamezia terme ha ravvisato, nei confronti dell’indagato, la sussistenza delle ipotesi di reato di usura ed esercizio abusivo del credito a danno di tre vittime, le quali, a fronte di prestiti in denaro erogati dall’indagato, avrebbero corrisposto a quest’ultimo interessi variabili dal 51,58% al 93,31% annuo.
Concluse le attività investigative finalizzate ad accertare le condotte illecite dell’indagato, i finanzieri hanno concentrato l’attenzione verso il notevole patrimonio sospetto, accumulato in breve tempo dall’imprenditore, per verificare se lo stesso rappresentasse il normale frutto dei redditi derivanti dalle attività aziendali svolte ovvero il provento derivante da attività’ illecite. Le indagini, durate circa un anno, sono peraltro risultate particolarmente complesse, in quanto hanno riguardato, oltre alla posizione dell’indagato, anche quella del suo nucleo familiare, della sua famiglia d’origine, di altri soggetti collegati e di tredici aziende avviate dall’indagato sotto forma di società di persone, società di capitali e ditte individuali. Nel corso delle indagini, le fiamme gialle lametine hanno quindi approfondito decine di migliaia di movimentazioni finanziarie effettuate su oltre cento conti correnti e depositi bancari ed hanno dovuto rapportare i flussi economici registrati in un periodo temporale di circa quindici anni con le dichiarazioni reddituali non solo dell’indagato, ma anche delle aziende e delle persone fisiche comunque collegate allo stesso imprenditore, nonche’ con la documentazione contabile delle società a lui riconducibili o partecipate di diritto o di fatto.
Le indagini dei finanzieri hanno comunque consentito di fornire alla magistratura adeguati elementi di prova per disporre il sequestro dei patrimoni rivelatisi di origine illecita o ingiustificati nel loro possesso, il cui valore si attesta in circa undici milioni di euro.
Beni sequestrati - quattro lussuose ville ubicate in lamezia terme e dintorni, un complesso alberghiero, due gioiellerie, un ristorante, sette ulteriori notevoli fabbricati (fra appartamenti e magazzini), tredici grossi appezzamenti di terreno, quasi tutti edificabili, tredici aziende, con tutto il loro patrimonio, di altrettante società operanti, fra l’altro, nel settore immobiliare e dell’edilizia, autovetture, anche di lusso, disponibilità finanziarie