VIDEO | A lanciare un vero e proprio grido di allarme è la presidente della Federazione regionale per il superamento dell’handicap Nunzia Coppedè, che recentemente non ha potuto partecipare ad un evento pubblico a causa di un auto che bloccava l'ingresso
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Neppure il palazzo comunale che ospita i servizi sociali accessibile ai disabili. È questa la punta di un iceberg, la cartina di tornasole di una città, Lamezia Terme, che tra strutture che non sono dotate di mezzi, anche elementari come le pedane, e uno scarso, scarsissimo senso civico, non è assolutamente a misura di chi è costretto in carrozzina.
Ad alzare ancora una volta la voce è la presidente regionale della Federazione italiana per il superamento dell’handicap Nunzia Coppedè che denuncia di avere da quasi venti anni segnalato come inopportuno il trasferimento della sede dei servizi sociali sul corso in un palazzo storico, privo di ascensore e pedane. I suoi dialoghi con i sindaci e gli assessori al ramo che si sono susseguiti sono stati negli anni costanti e continui, Coppedè ha interessato della questione anche il presidente della terna commissariale Francesco Alecci, ma senza alcun risultato. E così un disabile che deve sbrigare una pratica competenza dell’ufficio Servizi Sociali si trova a non avere neanche uno scivolo per entrare autonomamente, dovendo ricorrere ad un aiuto esterno anche solo per riuscire a mettere piede nel palazzo.
La prassi è poi fare scendere un incaricato che riceverà il disabile o chi ha problemi di deambulazione in una stanza al piano terra. Un modo per venire incontro a chi ha difficoltà e per ovviare a un impedimento strutturale al momento insormontabile visto che, a quanto sembra, di eventuali ipotesi inerenti la costruzione di ascensori per ora non c'è traccia. E il caso del Comune si inserisce in un solco ben arato in cui pullulano mancanze gravi incancrenitesi tra leggerezze istituzionali e politiche oltre che uno scarso, scarsissimo senso civico dei cittadini che occupano con indifferenza i parcheggi per i disabili e gli scivoli per consentirne la salita e discesa in carrozzina dai marciapiedi. Pochi giorni fa un altro schiaffo ai diritti civili difficile da dimenticare. Coppedè non è potuta entrare alla presentazione di un libro sulla disabilità ospitata dal Seminario Vescovile per un’auto parcheggiata davanti allo scivolo per i disabili. Nonostante i reclami il proprietario non l’ha spostata e Coppedè dopo avere inutilmente aspettato sotto la pioggia, mettendo a rischio salute e carrozzina elettrica, è dovuta andare via.
I vigili non hanno mai accennato alla possibilità di rimuovere l’auto, denuncia la presidente Fish, e avrebbero invece voluto portare a braccia la carrozzina dentro. Ipotesi rifiutata da Coppedè che ha rivendicato il suo diritto ad accedere alla sala come tutti, autonomamente e usufruendo di una struttura installata a tutela di disabili. Nel breve tempo in cui ci intratteniamo per realizzare l’intervista le macchine che occupano il posto per i disabili, che bloccano l’uscita della carrozzina dal suo furgoncino o che posteggiano davanti agli scivoli per i disabili si susseguono senza soluzione di continuità. La presidente Fish si avvicina ad ognuna di loro, chiede di spostarsi. Gli automobilisti ancora a bordo lo fanno imbarazzati. Altre volte bisogna, invece, cercare chi abbia parcheggiato lì ed attendere.
Basta farci caso per trovarsi davanti a una realtà disarmante. Quasi tutte le strisce pedonali sono occupate da auto posteggiate e quasi tutte le strisce salvaguardano gli scivoli per i disabili. C’è chi addirittura parcheggia in seconda fila dietro il furgoncino per i disabili di Coppedè, impedendole di salire a bordo. Tutti i parcheggi riservati ai disabili sono occupati ma nessuno espone il tesserino.Insomma, per chi si muove a bordo di una carrozzina uscire a Lamezia è complicatissimo e significa dovere ingoiare rabbia. «E’ una grave mancanza di attenzione da parte degli altri – dice la presidente Fish – che non fa bene a nessuno e soprattutto a Lamezia».