Il sindaco lancia l’allarme: l’ospedale lametino non è attrezzato, mancano mezzi e personale, mentre l’esiguo numero di sanitari, senza adeguate protezioni, rischierebbe il contagio
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«Un intervento immediato delle competenti autorità per bloccare subito una decisione scellerata» che rischia di mandare in tilt Lamezia e di trasformarla in un focolaio stante la mancanza di personale e dispostivi di protezione per fronteggiare la situazione.
Il sindaco Paolo Mascaro non ci sta e chiede che la governatrice Jole Santelli ci ripensi e non consenta il trasferimento dei soggetti risultati positivi al Covid 19 nella residenza sanitaria di Chiaravalle. «Il presidio di Lamezia non è al momento assolutamente attrezzato, per modalità strutturali, per mezzi e per persone, ad accogliere soggetti risultati positivi – tuona il primo cittadino - ciò è notorio in quanto la struttura da tempo è stata colpevolmente privata del reparto di Malattie Infettive, ha posti letto insufficienti in Rianimazione, non ha le attrezzature, i servizi ed il personale altamente specializzato e qualificato che il trattamento richiede, non ha adeguato materiale di protezione, non ha mascherine, guanti, tute, dispone di una sola Tac per l'intera struttura, non ha percorsi e tracciati dedicati».
Ma Mascaro solleva anche un’altra opposizione: «È poi, incredibile che si assuma una decisione che disattende totalmente il contenuto della circolare Regione Calabria prot. n. 120424 del 26 marzo scorso che recependo gli indirizzi condivisi con gli organismi centrali e le altre Regioni consigliava di “concentrare tutte le attività Covid negli ospedali Hub che garantiscono continuità assistenziale per tutti i livelli di complessità dalla degenza ordinaria alla terapia sub intensiva fino alla terapia intensiva».
«Disattendere, quindi, quanto statuito solo pochissimi giorni addietro significa assumersi gravissima responsabilità mettendo a rischio la salute e la vita del personale sanitario con reale possibilità di divenire focolaio di diffusione del virus in territorio che, ad oggi, ha mostrato in ogni settore di saper prevenire ed intervenire» aggiunge il sindaco che non nasconde il suo rammarico dopo anni di appello affinché si ponesse un freno al progressivo smantellamento del Giovanni Paolo II.
«Non è possibile - conclude - oggi, per un presidio da anni ed anni abbandonato e trascurato divenire centro che possa contribuire a fronteggiare l'emergenza nel mentre a Germaneto vi è disponibilità di decine e decine di posti letto in struttura adeguatamente isolata ed attrezzata, con personale specializzato ed adeguati posti di rianimazione».