Motivi istituzionali non meglio specificati. Così l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti è stata sfrattata dal Comune di Lamezia Terme dall’appartamento confiscato alla criminalità organizzata in cui operava da tredici anni. Pochi metri quadrati al quarto piano di un condominio su corso Nicotera che divide con l’Ente Nazionale Sordi e con l’Anfe, associazione famiglie emigrate. Entro il 15 dicembre, secondo quanto intimato dalla pec con la quale sono stati contattati, operatori e ragazzi del servizio civile dovranno abbandonare l’immobile.

 

Da quando ha ricevuto la lettera, ci racconta Luciana Loprete, presidente Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Catanzaro, l’associazione ha provato in tutti i modi ad essere ricevuta e a contattare il commissario prefettizio Francesco Alecci. Diverse le pec inviate, tutte senza risposta. «Un comportamento che ci ha lasciati perplessi», ammette Loprete. «Da giorno 15 dove andranno i ragazzi che espletano il servizio civile qui?» chiede. Tanti gli ipovedenti che, ci spiega, usufruiscono dei servizi offerti dall’associazione. Associazione che, tra l’altro, si limita ad impegnare una sola stanza perché nell’appartamento, già piccolo, sono allocate anche altre due realtà associative. Ora il fulmine a ciel sereno, senza alcun tipo di spiegazione e con un muro davanti nel momento in cui l’Unione ha provato a capire o a cercare un contatto con le istituzioni.