Fuma un sigaro leggendo i tanti messaggi di solidarietà arrivati Pino D’Ippolito, avvocato penstatellato, candidato nel collegio uninominale di Catanzaro alla Camera.

 

Quando lo raggiungiamo nel suo studio in un antico stabile a pochi passi dalla celebre statua di Federico II, nel cuore di Nicastro, i Carabinieri lo hanno convocato solo da poche ore per comunicargli dell’intercettazione avvenuta nel centro meccanografico di Lamezia di una busta con un facsimile elettorale della sua campagna e un proiettile. Sul foglio la scritta "mo' vidi mo a funisci".

 


Quasi ironico D’Ippolito ci racconta che quando ha ricevuto la telefonata dell’Arma aveva appena finito di discutere un’udienza in Tribunale e ha pensato si trattasse della notifica di una nuova querela. Il trio Tallini – D’Ippolito – Abramo non se ne sta, infatti, in questi giorni risparmiando e il grillino pensava di essere stato citato dal sindaco di Catanzaro per le sue esternazioni in una trasmissione televisiva. Poi l’amara sorpresa.


E anche se certezze sulle motivazioni alla base di un gesto che lui definisce come ‘scellerato’ non ce ne sono, D’Ippolito è certo che siano da ricercare all’interno del clima della campagna elettorale: «Quando i toni sforano la normale dialettica politica, la mamma dei cretini è sempre incinta e c’è qualcuno che può sentirsi autorizzato a gesti del genere».

 

Non immagina nulla di preciso l’avvocato grillino che spiega però di avere dato tutta una serie di prospettive ai Carabinieri e di avere avuto rassicurazioni in merito al fatto che verranno fatte indagini dettagliate.