Il maxi rogo che ha coinvolto il campo rom nei giorni scorsi ha riaperto una ferita mai cicatrizzata. Quella di un campo su cui pesa un’ordinanza di sgombero da anni e che mai si è riuscita a portare a termine. E, intanto, Scordovillo, campo più grande del Sud Italia continua ad essere una fucina di atti delinquenziali. Qui vengono progettati i cavalli di ritorno, qui bruciati gli pneumatici portati dai gommisti che non vogliono pagare per smaltirli.

 

Ma questo è anche il luogo dove scarafaggi e ratti entrano nei container, dove spesso i bambini vengono portati al pronto soccorso con morsi di topo. Non a caso quando venne intimato lo sgombero, la Procura parlò anche di emergenza umanitaria.

 

Al sindaco Mascaro, che ha preso la guida di Lamezia da meno di tre mesi, la città chiede ora chiarezza e operosità. E l’avvocato non si tira indietro e promette lo sgombero entro 12 mesi, prima delle prossima estate. Secondo i dati snocciolati dal primo cittadino, i nuclei rimasti nel campo sono 101, mentre gli appartamenti sfitti dell’Aterp sarebbero 114, con buone possibilità di sistemare i rom e di fargli abbandonare il campo. In merito poi ai quotidiani roghi alla diossina, Mascaro ha annunciato di avere presentato “querela nei confronti dei rom chiedendo l'adozione di ogni misura repressiva che fosse di competenza dell'autorità giudiziaria, unica legittimata ad emetterla”.