Metti un canile che ospita quasi il doppio dei cani che dovrebbe ospitare tanto da avere dovuto ovviare alla mancanza di cucce riadattando le vecchie campane per la raccolta differenziata.

 

Metti che questo canile sorga fuori città, in località Stretto, vicino ad un ex discarica, in una zona molto umida, accanto ad un terreno- pantano. E metti, infine, che un’ordinanza sindacale imponga di aumentare gli accalappiamenti per cercare di mettere ordine in una situazione che vede branchi di cani randagi vagare alla ricerca di cibo, impaurendo i cittadini. Sarebbe come far “piovere sul bagnato”.

 

Ecco perché le associazioni animaliste e non solo si stanno muovendo a Lamezia Terme chiedendo un’interlocuzione con i commissari straordinari che hanno emesso il provvedimento. «Può essere una misura palliativa – spiega l’ex presidente della consulta animali Clara Solla – ma il canile è già fatiscente e decisamente sovraffollato, la situazione non può che degenerare».

 


«Insieme all’ex consigliere Gianturco - aggiunge -  avevamo individuato una delibera che prevedeva lo stanziamento di 150 mila euro per il nuovo canile comunale che non è mai stato realizzato. Abbiamo allora spinto affinché questi fondi regionali fossero ricondizionati quanto meno per una riqualificazione». Si attende, intanto, una risposta da parte dei commissari straordinari a cui Solla insieme ad altre realtà animaliste ha chiesto un incontro.