VIDEO | Il sacerdote don Giacomo Panizza denuncia come le “attenzioni” siano ormai giornaliere e si stiano allargando a tutte le strutture. Della questione si sta occupando anche la Dda
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Una Comunità nel mirino, non da ora ma da sempre. Con la differenza che se negli anni gli episodi di intimidazione sono stati sempre saltuari, ora avvengono quotidianamente e in pieno giorno proponendo una chiave di lettura che il sacerdote bresciano che guida la Progetto Sud dagli anni Settanta non riesce ad interpretare.
Ad una manciata di giorni dalla conferenza stampa nella quale don Giacomo Panizza aveva denunciato le “attenzioni” delle quali erano oggetto alcuni lavoratori della struttura di via dei Bizantini, nel quartiere Capizzaglie, è costretto a segnalare che le macchine degli operatori continuano ad essere danneggiate e altri strani episodi si stanno verificando anche in altre realtà della Comunità.
Episodi dei quali non vuole parlare, sui quali c’è il riserbo degli inquirenti, ma che non gli fanno dormire sonni tranquilli: «La paura tra i lavoratori e le lavoratrici c’è e sanno che è una delle cose serie della vita, ma questo non significa nascondersi e non uscire di casa». Don Panizza nel radar della ‘ndrangheta lametina c’è sempre stato. Non a caso della questione si sta occupando la Dda di Catanzaro, ma anche questo è un argomento di cui preferisce parlare poco, si limita a dire che un incontro con il Procuratore Gratteri c’è stato e che il magistrato farà la sua parte.
Tra le ipotesi emerse durante la conferenza stampa della scorsa settimana il fatto che ci siano nuove leve che stiano cercando di imporsi e conquistare spazi, ma rimangono comunque interrogativi ai quali solo le indagini potranno dare risposta.