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C’è fermento a Lamezia Terme. La spoliazione dell’ospedale cittadino, il Giovanni Paolo II, è diventata una questione ancora più urgente da quando la visita del commissario ad acta Scura, non solo non ha rincuorato gli animi, ma li ha inaspriti. Non a caso, durante l’incontro che si è tenuto al Teatro Umberto e che ha visto riunirsi, in nome della buona sanità cittadina, associazioni e politica, il primo diktat è stato quello di lavorare per creare una rete regionale che mandi a casa Scura.
Un personaggio controverso quello del commissario. Sicuramente dal carattere forte, capace non solo di ignorare gli accanimenti sulla sua persona, ma anche di evitare qualunque tentativo di diplomazia, continuando imperterrito per la sua strada. Basti pensare al caso di Trebisacce, quando, dopo avere definito i cittadini del luogo “quattro gatti” e avergli detto di non avere alcun bisogno di un ospedale, invitandoli ad andare fuori, Scura ha partecipato ad un incontro in piazza. Incontro da cui è dovuto andare via scortato dai carabinieri.
Lamezia non è stata da meno. L’incontro nel Giovanni Paolo II con politica e associazionismo, ha visto i toni alzarsi e accendersi, con un sindaco Paolo Mascaro che ha urlato al commissario di essere venuto solo per prendere in giro i cittadini.
Uno dei nodi nevralgici della questione è che Lamezia vorrebbe fare parte, insieme al Pugliese Ciaccio e a Germaneto, del nuovo hub Dulbecco. Una richiesta che secondo Scura è inverosimile. Ma sono poche, praticamente nulle, le richieste verso cui il renziano si è dimostrato accondiscendente. Non ci sarà un Trauma Center, né il Materno Infantile. Non verrà ripristinata la Terapia Intensiva Neonatale e Biologia e Laboratorio Analisi verranno unite. Il tutto in assenza anche di altri reparti, tra cui Otorinolaringoiatria e Oculistica.
Il metro di misura del commissario sembra essere quello dei chilometri. Ciò che è presente a Catanzaro, non dovrebbe, in sostanza, essere replicato a Lamezia.
«O si fa Lamezia o si muore – ha ieri tuonato il sindaco Mascaro - bisogna essere uniti. Non abbiamo bisogno di nessuna carità, rivendichiamo solo quello che è un sacrosanto diritto del nostro territorio. Muoviamoci tutti per andare a Roma e farci concretamente ascoltare dal ministro alla Salute Lorenzin».
E un primo contatto con il ministro potrebbe averlo prossimamente il parlamentare Sebastiano Barbanti che ha partecipato all’incontro. «Porterò le interrogazioni sentite oggi al ministro e vedrò se è possibile rimuovere Scura prima che termini il suo mandato».
Ma è bene ricordare allora che soltanto poche settimane fa il ministro aveva già bacchettato il commissario, imponendogli un atteggiamento più tecnico che politico e vedendosi rispondere da questi picche, ovvero un laconico «Io sono stato nominato dal Pd e rispondo solo a Gelli, Lotti e Renzi».