VIDEO | La medicina territoriale soffre, ma anche l'ospedale Giovanni Paolo II è sempre più sotto sforzo. La denuncia del Coordinamento Sanità 19 marzo
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Non solo ambulanze ormai vecchie, con in media sulle spalle dai 300 ai 400 mila chilometri, ma spesso anche sprovviste di personale medico a bordo. È quanto denuncia il Coordinamento Sanità 19 Marzo che da tempo fa da pungolo per cercare di invertire la rotta, denunciando lacune e carenze di una sanità che fa acqua da tutte le parti.
Il 118, per quanto riguarda i servizi sanitari territoriali nel Lametino e non solo, è in ginocchio. Basti pensare che questa estate Maida, Sersale e Tiriolo non hanno avuto medici a bordo h24. Luglio e agosto Falerna, Catanzaro Lido e Girifalco hanno avuto diversi turni senza copertura medica. Da settembre altri quattro medici hanno abbandonato il servizio e da ottobre sono previste altre fughe.
E se questa è la situazione della medicina territoriale, il Giovanni Paolo II, che dovrebbe essere polo nevralgico per un bacino di utenza di 150 mila abitanti, non se la cava meglio. Mancano circa 50 medici, spiega il Coordinamento, gli ambulatori avevano iniziato a chiudere già prima della tempesta provocata dal Covid, e non hanno ancora riaperto per la carenza di personale e di dispositivi di protezione tali da garantire sicurezza per personale medico e pazienti.
Si lavora solo in urgenza. «O i reparti o gli ambulatori», sarebbe questo il leit motiv al quale l’ospedale si trova costretto. Tempo fa è stato presentato un progetto per la riqualificazione dell’ospedale che comprende uno stanziamento di sei milioni di euro circa per il rifacimento del blocco operatorio, ma al momento è tutto fermo.
Anche il Servizio di recupero e rieducazione funzionale dell’Unità operativa dipartimentale Fragilità e cure intermedie ha sospeso le sedute per i bambini con disabilità o difficoltà. In 1500 sono rimasti in un limbo, “sospesi” da marzo. «Chiediamo che una struttura così importante venga potenziata – ci dice Oscar Branca per il Coordinamento - che vengano riaperti i reparti, prese nuove strumentazioni». Normalità se non fosse che nonostante le denunce, gli appelli e i proclami, di mese in mese la sanità lametina perde pezzi.