In occasione dell’anniversario del delitto il vescovo Schillaci ha celebrato una messa in loro suffragio e le forze di Polizia hanno deposto un cuscino di fiori e ricordato il valore del sacrificio del sovrintendente e della moglie
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«Un sicuro punto di riferimento per i colleghi, che riusciva a motivare e coinvolgere con il suo esempio di poliziotto e di cittadino». Il questore della Provincia di Catanzaro Mario Finocchiaro ha elogiato più volte e sotto più punti di vista ieri il sovrintendente di Polizia Salvatore Aversa nel giorno dell'anniversario del duplice omicidio di cui cadde vittima insieme alla moglie Lucia Precenzano.
Come ogni anno da 29 anni a questa parte, Lamezia non dimentica e lo fa con un rito religioso e uno civile. Alla presenza dei figli Walter, Giulia e Paolo e dei nipoti, nella Cattedrale di Lamezia Terme, il vescovo, Mons. Giuseppe Schillaci, ha celebrato una messa in loro suffragio nel corso della quale ha evidenziato il valore di testimonianza del sacrificio dei coniugi Aversa. «Un sacrificio che ha illuminato e continua a illuminare di nuova luce il cammino della comunità lametina, rendendola consapevole della necessità di perseguire, ognuno nel proprio percorso di vita, quei valori di legalità, verità e giustizia, propri anche dell’insegnamento cristiano».
Il questore sottolineando il valore del sacrificio del Sovrintendente Capo Aversa, caduto a causa del suo impegno in difesa della legalità in un territorio infestato dalla criminalità organizzata, ha inquadrato il gravissimo fatto delittuoso all’interno della strategia di attacco frontale allo Stato che all’inizio degli anni Novanta le organizzazioni mafiose misero in atto, anche con metodi terroristici.
«Quel momento storico – ha detto Finocchiaro - ha segnato il culmine della pericolosità delle mafie, ma anche l’inizio di un declino dovuto a una presa di coscienza collettiva che ha consentito una maggiore efficacia dell’azione di contrasto messa in atto dalle forze di polizia e dalla magistratura e il progressivo sgretolamento dell’area di consenso sociale di cui, purtroppo, in alcuni territori le mafie godevano».
Il questore ha poi tracciato la figura di Aversa, sovrintendente capo e responsabile della Squadra di Polizia Giudiziaria del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Lamezia Terme definendolo «poliziotto di strada, conoscitore profondo della realtà criminale del territorio, che ha svolto il suo lavoro a 360° sia nei confronti del livello “militare” della criminalità, ma anche contro i livelli più nascosti e sfuggenti del mondo mafioso, compiendo il proprio dovere senza timore, pur consapevole dei rischi ai quali sarebbe andato incontro. Per queste sue eccellenti qualità rappresentava un sicuro punto di riferimento per i colleghi, che riusciva a motivare e coinvolgere con il suo esempio di poliziotto e di cittadino».
La cerimonia, alla quale, oltre ai familiari, hanno preso parte esponenti delle diverse istituzioni civili e militari della provincia di Catanzaro e del Comune di Lamezia Terme, i rappresentanti dell’associazione nazionale della polizia di stato e delle organizzazioni sindacali del personale, si è conclusa con la deposizione di un cuscino di fiori alla lapide che ricorda il tragico evento, posta nel portico del palazzo su corso Numistrano, che ospitava la sede del Commissariato all’epoca del duplice omicidio.
Dopo la deposizione, il Questore letto il telegramma con il quale il Prefetto Franco Gabrielli, capo della Polizia e direttore generale della Pubblica Sicurezza, ha rinnovato ai familiari del sovrintendente capo Aversa e della moglie vicinanza e riconoscenza in ricordo del sacrificio dei loro congiunti».