Per diffondere quei filmati è arrivato a spacciarsi per la vittima, prestando il consenso alla pubblicazione su diversi siti per adulti. Il Tribunale gli ha inflitto due anni di pena
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Quando la polizia è andata a casa sua gli ha trovato nel pc un vero e proprio schedario a luci rosse: foto e clip, catalogati con puntiglio, di tutte le donne con le quali aveva intrattenuto una relazione. Dal vizio privato al codice penale, però, il passo è stato breve per il videomaker cosentino condannato oggi a due anni di reclusione con l’accusa di revenge porn. L’uomo, infatti, avrebbe diffuso in rete il materiale hard che riguarda due delle sue vittime, ambedue costituitesi parte civile nel processo che si è concluso oggi nel tribunale di Cosenza.
È una delle prime sentenze – se non la prima in assoluto – pronunciata a queste latitudini con riferimento a questo tipo di reato. Una delle vicende che lo riguardano, poi, ha tutti i contorni della storiaccia. La donna in questione, infatti, sposata con figli, intrattiene una relazione extraconiugale con lui per circa tre anni. Quando, però, decide di lasciarlo, la vendetta dell’ex amante è feroce e depravata. Quest’ultimo, infatti, riversa in rete i filmati amatoriali girati con lei per lo più in auto e in ambientazioni campestri.
Lo fa utilizzando una carta d’identità della donna, circostanza che gli è valsa anche l’imputazione suppletiva di sostituzione di persona. Grazie a quel documento, inganna i gestori di diversi siti pornografici. Fa credere loro che la protagonista di quei video sia un’esibizionista e che, dunque, presti il consenso alla diffusione delle sue performance sessuali. Non è così ovviamente, tant’è che la malcapitata presenta una denuncia contro di lui e, contestualmente, racconta al marito del brutto pasticcio in cui si è andata a cacciare. Il coniuge la perdona e da quel momento in poi si adopererà, stoicamente, per ripulire internet dalle immagini scabrose della sua consorte. Il volto della poveretta si vedeva in modo nitido in quasi tutti i filmati, quello dell’amante perverso no. Il diretto interessato, infatti, si era premurato di oscurarlo.
Situazioni esplosive, imprevedibili dal punto di vista emotivo, ma almeno in questo caso, senza conseguenze tragiche. La vittima, infatti, è riuscita a tenere unita la sua famiglia, mentre a carico del videomaker si è celebrato un processo in cui le parti offese erano rappresentate in aula dagli avvocati Amelia Ferrari e Carla Scarpino Arcuri. L’uomo è recidivo tant’è che risulta gravato da precedenti per atti osceni in luogo pubblico e corruzione di minorenni. Sì, proprio una storiaccia.