«Non vorrei che il distretto di Reggio Calabria restasse al palo. Qui la situazione di carenza di organico è molto pesante e se a Catanzaro ci sarà un notevole potenziamo, è bene che ciò accada anche a Reggio». Non usa mezzi termini il procuratore capo di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho. Approfittando dell'affollata conferenza stampa convocata in occasione dell'operazione "Mamma santissima", il magistrato rimarca con forza la necessità che la Procura dello Stretto possa essere presto rimpinguata con l'arrivo di nuovi sostituti. «È in atto – spiega – la revisione della pianta organica. Qui a Reggio siamo con una dotazione, sulla carta, di soli 26 sostituti procuratori. Tutto ciò che si fa è in mano a loro e vi dico che già solo per questa inchiesta sarà assorbito completamente uno dei più importanti pm. Attualmente, rispetto alla pianta organica, ci mancano due magistrati; quattro presto saranno trasferiti e ci ritroveremo in una situazione insostenibile». Come era stato messo in luce nel recente passato, Reggio Calabria sembra non essere più una sede appetita per i magistrati che vogliono confrontarsi con la criminalità organizzata. Non ci sono richieste e dovrà essere ora compito del Csm e del Ministero della Giustizia trovare le soluzioni più adeguate per consentire a Federico Cafiero de Raho di poter mandare avanti l'immane lavoro avviato diverso tempo addietro. Ma il procuratore vuole sottolineare un aspetto che non sfugge ai cronisti: «So che Catanzaro sarà potenziata parecchio, come è giusto che sia. Ma nessuno pensi che potrà accadere che arrivino più uomini lì e nessuno o quasi a Reggio Calabria. C'è necessità in entrambe le sedi di una dotazione organica molto più ampia. Del resto, queste indagini lo stanno dimostrando: è proprio Reggio Calabria la città dalla quale parte la testa della 'ndrangheta, dove vengono decise le strategie che riguardano tutti i locali attivi. Di conseguenza non è pensabile che proprio questa sede rimanga al palo».


Consolato Minniti