«Si corre, nel prossimo futuro, il fondato, gravissimo, rischio di una economia fortemente inquinata da capitali mafiosi, con interi settori commerciali preda della ‘Ndrangheta». Il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri, va dritto al cuore del problema che si sta ponendo in epica pandemica: la criminalità organizzata calabrese potrebbe rappresentare la falsa speranza di salvezza per le numerose imprese che vivono un momento di crisi. E proprio questo disperato bisogno di liquidità potrebbe portare gli imprenditori a rivolgersi ad usurai di diversa specie.  

Pericolo di pressione criminale 

Nella sua relazione d’inizio anno giudiziario, Bombardieri mette in luce il pericolo di una «maggiore pressione della criminalità organizzata, in particolare quella mafiosa, come la ‘Ndrangheta, su un sistema economico che versa in profonda crisi». Sono i settori della sanità e dell’economia quelli in cui, pur essendoci già una pesante infiltrazione, la ‘Ndrangheta «rischia di trovare terreno fertile per un maggiore controllo dell’economia e del sociale». Tuttavia, Bombardieri è chiaro nell’ammettere che i numeri ancora non evidenziano l’aumento di reati come l’usura, l’intestazione fittizia di imprese, il riciclaggio, le frodi in pubbliche forniture. 

La 'ndrangheta ruba le imprese 

«L’imprenditore – scrive Bombardieri – in particolare il titolare di piccole imprese di servizi od esercizi commerciali, limitato nello svolgimento della sua attività commerciale e privo di risorse economiche, una volta esauriti i fondi eventualmente accantonati e nel ritardare delle provvidenze pubbliche che, comunque, non potranno garantire il pieno risultato economico dell’azienda, si troverà costretto a cedere alle lusinghe di chi, come la criminalità organizzata di stampo ‘ndranghetistico, sotto varie forme, quali ad esempio il prestito o lo stesso ingresso nell’azienda con apporto di capitale liquido, si offrirà di sostenere lo sforzo economico cui l’imprenditore stesso è sottoposto: così creando le basi per la successiva sottrazione completa dell’azienda al suo titolare in difficoltà economica o, comunque, realizzando ulteriori altissimi profitti illeciti, dovuti alla previsione di elevati tassi usura mediante l’impianto degli ingenti capitali liquidi già di illecita provenienza». Ed è qui che il procuratore rimarca come si corra il fondato rischio di una economia ancor più inquinata dalla ‘Ndrangheta.  

Sanità strumento si scambio 

Ma il procuratore di Reggio Calabria non si ferma all’analisi economica del fenomeno ‘ndranghetistico. Va oltre, spiegando in modo netto come la criminalità abbia cannibalizzato anche la Sanità regionale che «è stata nel tempo un settore su cui si sono concentrati gli interessi delle organizzazioni criminali ‘ndranghetiste, trattandosi del maggiore capitolo di spesa regionale e garantendo, in particolare nel passato, la possibilità di alimentare un sistema clientelare e di assunzioni che può garantire, ove gestito illecitamente, peso politico e strumento di scambio del favore elettorale/’ndranghetistico». Per dare un esempio concreto della situazione, Bombardieri porta quello delle Asp di Reggio Calabria e Catanzaro, entrambe commissariate per ingerenza della criminalità organizzata. «È evidente che in una tale gravissima situazione di emergenza sanitaria ed economica, anche nel campo della sanità, ed in particolare nei settori delle forniture e degli appalti, dei servizi, si possono concentrare ancor di più gli appetiti della ‘Ndrangheta».