Intervista a Bartolomeo Musicò, il carabinieri che nel febbraio 1994 rimase vittima insieme a un collega di un agguato sulla Statale 106. Si trattò dell'ultimo atto di violenza contro i militari dell'Arma nella nostra regione. Una guerra contro lo Stato orchestrato da 'ndrangheta e Cosa nostra
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Spari, grida, paura. La sera di quel primo febbraio 1994 è un ricordo vivido e ancora doloroso per Bartolomeo Musicò. Quella sera il carabiniere è di pattuglia sulla Statale 106 assieme al collega Salvatore Serra. Un gruppo di fuoco spara ripetutamente contro la gazzella: prima davanti e poi sulla portiera del lato passeggero. I due carabinieri vengono feriti, ma riescono a sopravvivere all’agguato.
Questa storia e parte di una storia più grande, di una guerra. La ‘ndrangheta da una parte, lo Stato dall’altra. È una storia di crimini spesso rimasti impuniti, che talvolta hanno conosciuto una verità storica, raramente giustizia. È la storia di uomini uccisi nell’adempimento del loro dovere, ma anche di sopravvissuti. È, per questo, anche il racconto di un esempio che attraverso la memoria è necessario divenga patrimonio collettivo.
Una guerra allo Stato e ai suoi rappresentanti che all’inizio degli ’90 del secolo scorso si salda in un’alleanza di morte: Cosa nostra e la ‘ndrangheta portano lotta contro le istituzioni sul continente dopo le mattanze compiute in Sicilia contro i magistrati Falcone e Borsellino.
Antonino Fava e Vincenzo Garofalo sono le ultime vittime della guerra della ‘ndrangheta allo Stato. Una guerra, diranno i pentiti, ordita in sinergia con Cosa nostra, che dopo gli attentati di Capaci e via D’Amelio aveva deciso di portare il terrorismo mafioso nel Continente. Bisognava sparare ai carabinieri, ovunque e chiunque fossero.
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I carabinieri, con quella divisa, simbolo dello Stato. Antonino Fava e Vincenzo Garofalo cadono a Scilla, il 18 gennaio del 1994. I killer Giuseppe Calabrò e Consolato Villani avevano già tentato di assassinare altri carabinieri, Vincenzo Pasqua e Silvio Ricciardo, che rimasero solo feriti mentre erano di pattuglia.
E proprio in questo contesto che l’1 febbraio 1994 matura l’ultimo agguato compiuto in Calabria contro l’Arma, quello sulla Statale 106 a Melito Porto Salvo, dove rimangono feriti i due carabinieri. Questo è il racconto drammatico di quell’agguato, a parlare è uno dei due protagonisti: Bartolomeo Musicò. L’intervista è stata mandata in onda nella quinta puntata di Mammasantissima – Processo alla ‘ndrangheta, andata in onda martedì 14 febbraio su LaC Tv.
Ascolta l'intervista a Bartolomeo Musicò