Francesco Putortì è accusato di aver accoltellato Alfio Stancampiano, il giovane abbandonato all'ospedale Morelli poco prima di morire. I legali: «Abbiamo chiesto la libertà per il nostro assistito»
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Ha confermato la sua versione dei fatti anche davanti al Gip Giovanna Sergi, Francesco Putortì, il macellaio 48enne incensurato originario del quartiere Arangea a Reggio finito in carcere con l’accusa di omicidio volontario per avere accoltellato mortalmente, durante una violenta colluttazione seguita ad un tentativo di furto in abitazione, il giovane Alfio Stancampiano (poi morto nel cortile dell’ospedale Morelli) e per avere ferito gravemente uno dei suoi complici, ricoverato dopo la fuga in uno degli ospedali di Messina.
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Durante l’udienza di convalida che si è tenuta direttamente all’interno del carcere di Arghillà, il macellaio, assistito dagli avvocati Maurizio Condipodero e Giulia Dieni, ha raccontato al giudice la sua versione di quanto successo lunedì, confermando quanto già raccontato al Pm Nunzio De Salvo nell’immediatezza dei fatti. L’indagato avrebbe riferito di essersi accorto della presenza di estranei nella casa, in quel momento deserta, e di avere incontrato i due topi d’appartamento sulle scale della propria abitazione. Sarebbero stati i due ladri, secondo il racconto dell’indagato, ad aggredire il padrone di casa. Una rissa violenta e breve (ammessa dall’indagato solo quando il corpo agonizzante della vittima era stato ritrovato abbandonato nel giardino interno di uno degli ospedali cittadini), con Putortì che secondo le prime ricostruzioni avrebbe colpito Stancampiano allo stomaco con uno dei suoi coltelli da lavoro. Ferite al fianco e alla schiena sarebbero invece quelle che hanno colpito il secondo ladro, poi ricoverato in gravi condizioni in un nosocomio oltre lo Stretto.
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Saranno i rilievi del reparto dei Ris dei carabinieri di Messina, che giovedì mattina hanno passato al setaccio l’appartamento di Rosario Valanidi (minuscola frazione all’estrema periferia sud della città), a chiarire le dinamiche di quanto successo. Da quanto emerge dalle prime ricostruzioni, i ladri sarebbero stati almeno in quattro: due di loro, entrambi in trasferta da Catania, si sarebbero introdotti in casa mentre gli altri 2 attendevano in auto. Alcuni testimoni hanno riferito di avere visto i due uomini correre verso l’auto dopo la colluttazione. Poi la fuga e l’abbandono del complice, spirato qualche minuto dopo essere stato ritrovato nel piazzale del Morelli.
«Abbiamo chiesto la libertà per il nostro assistito e la modifica del capo d’imputazione in eccesso colposo di legittima difesa – ha detto l’avvocato Condipodero a LaCnews24 – e, ora che i rilievi della scientifica sono terminati, il dissequestro dell’appartamento in modo che la moglie e i figlio dell’indagato possano tornare a casa». La procura di Reggio, al termine dell’interrogatorio in carcere, ha chiesto la convalida del fermo, su cui il Gip si esprimerà entro le prossime 72 ore.