È il giorno del dolore a Nicotera. Oggi nella Concattedrale di Santa Maria Assunta i funerali di Antonella Teramo, 36 anni, e della figlia Maya Campennì, di 3, morte nel drammatico incidente stradale di domenica scorsa lungo la Jonio Tirreno. Questa mattina i due feretri sono stati portati a San Calogero, paese d'origine di Antonella, e qui sono state omaggiati con un lungo applauso e il lancio di palloncini rosa e bianchi. Poi il rientro a Nicotera e l'inizio del corteo funebre che ha accompagnato le bare, una accanto all'altra, lungo le vie di una cittadina sconvolta dal tragico lutto.

Giuseppe Campennì con suocera e mamma

In testa al corteo il vescovo, monsignore Attilio Nostro, che questa mattina ha voluto stare accanto ai familiari delle vittime recandosi anche a San Calogero. C'è il padre della piccola Maya e marito della giovane avvocatessa Antonella, Giuseppe Campennì. Composto, impietrito dal dolore, avanza con indosso una maglietta che raffigura in foto le sue care, con la scritta "Vi amerò per sempre"

Indossano magliette bianche anche gli amici e familiari, che portano a spalla la piccola bara bianca e quella color legno. "Vola in alto insieme a mamma Lellina, piccola Poppy", la scritta sul petto. Il corteo, molto partecipato e accompagnato dalla musica della banda cittadina, è partito dalla chiesa della Santa Croce per raggiungere la Concattedrale.

Arrivate all'affaccio sul mare, le bare sono state rivolte verso l'azzurro per un ultimo saluto mentre la folla applaudiva. Applausi anche all'ingresso in chiesa. Commossa partecipazione alla messa, officiata dal vescovo Nostro. «Di fronte a tragedie come queste c’è solo il silenzio, non ci sono parole che possano consolare», ha detto durante l’omelia.

Monsignor Nostro si è quindi rivolto al marito e papà delle due vittime, chiamandolo affettuosamente Peppe: «Ti voglio regalare il rosario che mi ha regalato il papa. La preghiera è quel luogo santo in cui potrai continuare a parlare con tua moglie e tua figlia». Quindi il riferimento al lutto vissuto diversi anni fa in prima persona: «Trent’anni fa in una bara bianca c’era mio fratello – ha detto il vescovo -. Allora ho maledetto Dio invece di benedirlo. Io spero, Peppe, che oggi nel tuo cuore non ci sia l’odio che c’era nel mio, perché ho vissuto un vero inferno. Oggi mio fratello è con me – ha concluso – è al mio fianco, e lo stesso sarà per te con Antonella e Maya». 

All'uscita delle bare, ancora un lancio di palloncini rosa e bianchi per salutare per l'ultima volta Antonella e la sua piccola Maya. Al termine della cerimonia l’amministrazione comunale di Nicotera, a nome di tutta la città e anche in segno di vicinanza nei confronti dei familiari, ha voluto omaggiare le vittime donando la fascia tricolore, che è stata adagiata sopra la piccola bara bianca. 

Nell'incidente ha perso la vita un'altra persona, Domenico Politi di Cittanova. E sono rimasti feriti il fratello di Antonella, Domenico Teramo, insieme alla sua compagna Valentina Crudo e alla figlioletta di 3 anni Fatima. A destare più preoccupazione le condizioni di Valentina, nota vocalist vibonese. Ricoverata al in Terapia intensiva al Gom di Reggio Calabria a causa di un terribile trauma cranico, attualmente è stabile ma ancora in coma e domani verrà sottoposta a un intervento chirurgico alla gamba.